Mese: Gennaio 2018

La Chiesa di Sant’Aniello a Caponapoli: un polo culturale sulle antiche mura di Neapolis

di Anna Savarese*

La Chiesa di Sant’Aniello a Caponapoli, sorta nell’area della murazione dell’acropoli della Neapolis greca, grazie al recente restauro (purtroppo non del tutto completato) è oggi una delle più significative testimonianze della stratificazione del centro antico di Napoli che ha mantenuto pressoché intatta la morfologia insediativa della fondazione, pur attraverso le trasformazioni prodottesi nei secoli.
L’aspetto attuale della chiesa dedicata a Sant’Aniello, compatrono della città di Napoli, risale agli inizi del XVI secolo, quando, sul nucleo originario di Santa Maria Intercede, fu eretta la chiesa cinquecentesca, a navata unica con cappelle laterali, con decorazioni in marmo di straordinaria qualità e con opere significative tra le quali spiccano l’altare maggiore con la bellissima tavola di Girolamo Santacroce in marmo, a mezzo rilievo (1517-1520 ca.) e la statua raffigurante Santa Dorotea, opera di Giovanni da Nola del 1534.
La chiesa ha subito danni ingentissimi nel tempo, acuitisi sia con il secondo conflitto mondiale che con il terremoto del 1980. Il crollo del tetto e i dissesti comportarono fenomeni di spoliazione e saccheggio. L’allarme lanciato dalla cultura napoletana per la perdita di un siffatto monumento hanno fatto sì che sul finire degli anni ’80 partisse un processo di restauro che ha visto l’impegno unitario delle tre Soprintendenze, ai Beni Archeologici, ai Beni Architettonici e ai Beni Storico-Artistici. Visto che il crollo del pavimento della navata centrale aveva messo in luce tratti delle murazioni greche del IV sec. a.C. e romane del II sec. d.C., nonché tombe a fossa del periodo altomedioevale, si è optato, molto opportunamente, per un restauro che ha consentito di valorizzare tali preesistenze, creando un vuoto nella navata centrale contornato, mediante un gradino intermedio, ad una passerella continua in vetro strutturale collocata lungo il perimetro interno.
Dal punto di vista della fruizione, la riapertura al pubblico della Chiesa (nel 2014 si è completato il restauro dell’altare) si deve anche alla fruttuosa collaborazione avviata proprio tra il 2014 e il 2015 tra Legambiente Campania e la Curia Arcivescovile di Napoli cui il Demanio, proprietario della Chiesa, ha affidato il bene. Il Rettore della Chiesa, d’intesa con il Vicario della Cultura della Curia Arcivescovile di Napoli, ha accolto l’offerta di collaborazione volontaria di Legambiente Campania Onlus per promuovere la fruizione e valorizzazione della Chiesa, anche con l’organizzazione di manifestazioni culturali, di visite turistiche, di concerti, di tutte quelle iniziative che possono rendere il monumento un riferimento per la vita culturale e religiosa della città.
Grazie ad una ventina di volontari di Legambiente Campania e dei circoli di Napoli che si alternano per l’apertura della Chiesa con il personale della Curia, Sant’Aniello è divenuto, nel giro di pochi anni, un luogo finalmente conosciuto da cittadini, studenti e turisti, ma soprattutto è divenuto un polo culturale fruito da associazioni, esperti, universitari, start-up, artisti, scrittori e di quanti vogliano contribuire ad arricchire di eventi e iniziative la già fervida agenda napoletana.
Le proficue interlocuzioni attivate con altre associazioni operanti nel centro antico di Napoli, con i vicini poli universitari, con il Conservatorio di San Pietro a Majella, l’Accademia di Belle Arti, oltre che con le scuole, le imprese artigiane e commerciali, unite all’intesa con le Soprintendenze, hanno consentito di avviare un percorso virtuoso di valorizzazione della Chiesa, intessendo una rete con gli altri siti monumentali dei decumano superiore, maggiore e inferiore e dell’intero centro antico, che si propone come un modello di rigenerazione urbana, aprendo col territorio e le istituzioni un confronto a tutto campo sulla gestione dei beni comuni, sulla tutela del patrimonio culturale cittadino, sullo sviluppo turistico e socio-economico tra tutela e valorizzazione del patrimonio storico artistico, racchiuso nell’intero sito Unesco Centro Storico di Napoli.

*Architetto Legambiente Campania

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