di Viviana Reda
Il grande giardino floreale circonda la reggia. Cunicoli e viottoli segreti si snodano attraverso le foglie e gli alberi da frutta, silenziosi, lungo il parco, indicando gli oscuri sentieri che conducono all’interno. I torrioni svettano alti e sulla cima enormi bandiere e celebri stendardi, consumati dal tempo, sono da monito a follie di cavalieri erranti. Le acque che zampillano da enormi fontane arabescate recano frescura e offrono riposo alle ombre.
A testimonio della vita che fu nel castello si erge alto un mausoleo ceruleo in onore di chi, dimenticato, un tempo visse e morì.
“Egli è morto, ahi lasso, signora,
egli è morto, ahi lasso!”
Piangono queste mura, straziate da un oscuro delitto, piangono lacrime e sangue dell’empietà di chi fu, un giorno, re di Danimarca. Ma il silenzio risponde muto a chi ancora interroga e ricerca l’artefice di tanto dolore: il giovane e bello principe che un cuore aveva e in giro andava nei patii e nei porticati a cercare versi per la sua poesia. Ora il lusso è solo nella gramigna che pullula indisturbata nella solitudine dei cortili. Continue reading “Ofelia”
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