Giorno: 4 Aprile 2019

L’homo sapiens

di Adolfo Giuliani

L’homo sapiens, sin dalla sua comparsa in Africa orientale, e per tutta la sua successiva colonizzazione della Terra, ha cercato sempre di dare il meglio di sé, per la sua ed altrui sopravvivenza, preoccupandosi, prima inconsciamente ed in seguito con sempre maggiore consapevolezza, di migliorare progressivamente le condizioni di vita, in modo che il suo lavoro ed il suo comportamento potessero essere utili ed esemplari per il futuro dell’essere umano. Non pensava egoisticamente solo a se stesso, ma a tutti, con la speranza che il suo impegno potesse servire non solo per proseguire e a migliorare la vita , ma anche a lasciare un buon ricordo di sé negli altri.

Questo pensiero lo rendeva più forte, più sicuro e lo aiutava a superare tutti gli ostacoli del quotidiano. Ma quelli erano altri tempi… o meglio, fino a tempi non molto lontani, che le persone anziane possono ancora ricordare, è stato così. Oggi, invece, è difficile raccontarsi e lasciare ricordi di sé, perché l’anziano, paragonabile all’homo sapiens di allora, non trova spazio per raccontare agli altri le esperienze e i ricordi del suo vissuto, nessuno lo ascolta più, nessuno è interessato al suo passato, nessuno ha voglia di trarre da lui insegnamenti.

Così anche il sentimento d’amore ed il ricordo per chi muore sono finiti e quanti valori di conseguenza vengono perduti e non ci sono più! L’essere umano, assente ed egoista, rifiuta di capire il pericolo che sta correndo e si avvia ad un mondo virtuale, di solitudine, generato da un eccesso di tecnologia, di cui noi non conosciamo gli sviluppi e le conseguenze. Si aggiunge il degrado ambientale difficile da controllare, con un clima impazzito, dalle previsioni presumibilmente catastrofiche. Certamente questo modo di vivere non è di buon auspicio per il futuro del genere umano. Abbiamo dimenticato l’uomo sapiens, abbiamo distrutto tutto quello che ha costruito! Qualcuno dice che in giro si avverte un segnale di ravvedimento, auguriamoci che sia vero…

W editoriale 6-19 Giuliani L’homo sapiens

Le meraviglie del 3D inventano le materie dell’arte

di Redazione

Apprendiamo da Focus del gennaio 2019 dei lavori di ricostruzione in 3D in atto ormai nei siti dei mondi devastati dalle guerre, che possono ridiventare visibili attraverso le meraviglie della tecnica. Aleppo, Palmira e tante altre zone di guerra devastate dai nemici della civilizzazione non solo occidentale, sono già all’opera meritoria quanto stupefacente.

“Con uno scanner laser della Leica, il team di CyArk ha “registrato” in 3D la piramide di Quetzalcoatl, a Teotihuacan (Messico). Dai dati ricavati con questo e altri metodi si ottiene una “nuvola di punti” (a destra, la piramide e un fregio), che rappresenta la geometria di una struttura e si usa per poi creare modelli 3D. Utilizzando i droni vengono scattate foto dall’alto, documentando anche i punti meno accessibili di un edificio. I templi di Bagan sono una delle meraviglie d’Oriente… nel maggio 2016 a Bagan era arrivata una squadra di CyArk, organizzazione Usa che da anni realizza scansioni tridimensionali dei monumenti più importanti del mondo, usando foto ad altissima risoluzione, droni e scanner laser… poco dopo, nell’agosto del 2016, un violento terremoto ha colpito la zona, danneggiando centinaia di templi. Così il team è tornato subito dopo il sisma, questa volta per condurre rilevamenti d’emergenza su 7 importanti templi. «Dal nostro lavoro a Bagan», spiega John Ristevski, amministratore delegato di CyArk, «abbiamo creato disegni architettonici utili per il restauro dell’Ananda Ok Kyaung, tempio scelto dall’Unesco per un pro-getto pilota di ripristino dei monumenti danneggiati dal sisma del 2016; dai rilevamenti abbiamo ottenuto un modello 3D estremamente realistico, da cui è stato possibile ricavare “sezioni” utilizzate dagli ingegneri che hanno messo a punto la strategia per il ripristino» “. Continue reading “Le meraviglie del 3D inventano le materie dell’arte”