FRIENDSICKENESS – mal d’amicizia e social network

di Anna Irene Cesarano

La socializzazione digitale presuppone la presenza di una “connessione con gli altri”, un ampliamento e un arricchimento del proprio reticolo sociale, e secondo Bauman (2008) sarebbe proprio l’attuale clima di incertezza a spingere le persone a crearsi nuovi e più solidi legami attraverso l’utilizzo delle moderne tecnologie della comunicazione. Ma la ricerca di un legame più forte, non tiene conto del fatto che essi per loro stessa natura sono privi di rapporti di sangue e dunque sono legami “freddi”. Ognuno nell’utilizzare i social network ha la tendenza, come prima azione, di riformare e “traghettare” digitalmente i gli affetti e i legami che già possiede: familiari, amici, colleghi, compagni di scuola o anche nuove conoscenze di altri spazi digitali. Secondo diversi studi in merito, l’attività principale sui social media è costituita dalla ricerca di vecchi e nuovi amici, ma anche dei propri conoscenti, mentre appare meno evidente la tendenza ad usare i social media come strumenti per la propria vita sentimentale (De Notaris, 2013).

E’ doveroso ricordare che, nonostante i social network, smartphone, instant messaging rappresentino oggi gli strumenti principali attraverso cui rimanere in connessione e in contatto con le persone, i rapporti tradizionali face to face non sono scomparsi; l’uso di tecnologie per la comunicazione a distanza svolgerebbe l’importante funzione di recuperare uno spazio relazionale altrimenti perso. Infatti secondo De Notaris (Ibidem) la diminuzione delle interazioni e degli incontri fisici non comporta necessariamente la scomparsa di legami relazionali; anzi, strumenti come i social network permettono di stabilire e mantenere nel tempo un regolare contatto con un numero di persone più o meno elevato.

Il social network in quanto strumento che “fagocita” al suo interno differenti strumenti di condivisione, come Facebook che consente di scrivere commenti, caricare foto e video, prendere parte a giochi online, ha decretato l’abolizione di un’altra forma di comunicazione online, ovvero il blog (diario personale della Rete) (Ibidem). L’enorme diffusione dei Social Network ha spostato su spazi digitali la manifestazione dell’espressione del proprio essere e della propria creatività, portando alla ribalta e all’attenzione di tutti il concetto di “amicizia”. E’ noto, infatti, che siti come Facebook, Linkedin o MySpace, ritrovino proprio nella creazione di una rete di contatti online le fondamenta del proprio sistema. A riprova di ciò tali strumenti offrono ai propri utenti un motore interno per cercare i propri “amici”, ma anche “conoscenti” diretti o indiretti, o semplicemente persone sconosciute (Ibidem). Come sottolinea Boyd (2006) un amico su Facebook non è da considerare allo stesso modo di un amico che popola la nostra vita off line, infatti esso mira a riprodurre anche visivamente la cerchia amicale dell’individuo. Se possiamo affermare che la prima rete di amicizia dell’individuo si costruisce e si fortifica fino ai diciotto anni, età scolare per eccellenza, e che con l’ingresso nel modo lavorativo e universitario questa rete subisce quella che Elisabeth Paul e Sigal Brier (2001) chiamano “friendsickness” , “mal di amicizia” con una perdita e riduzione di alcuni legami; allora possiamo ben capire come Internet permetta agli individui di mantenere un contatto, sopito dal tempo, con i loro compagni di scuola (Cummings, Lee, Kraut, 2006).

E sarebbe proprio questa funzione di tali strumenti a rivestire enorme importanza per gli adulti, allo stesso modo delle giovani generazioni che li utilizzano per il tempo libero o per fissare appuntamenti, così i giovani adulti sono motivati e spinti dalla perdita nel tempo di tali contatti (De Notaris, 2013), ma anche da motivazioni lavorative, economiche, informative. In particolare l’iscrizione ad un SNS è influenzata da alcune variabili come l’età o la condizione sociale dell’individuo, Lenhart, Purcell, Smith, Zickuhr (2010) osservano, dunque, come gli adulti e le persone più anziane oltre a ripristinare vecchi contatti persi da tempo, cerchino anche altri tipi di informazioni come quelle che riguardano la salute.

Oggi Facebook – il libro delle facce – conta più di 900 milioni di iscritti e più della metà vi si collegano ogni giorno, è diventato il primo SNS nel mondo per numero di utenti, travalicando di molto i confini americani e gli scopi per i quali era stato progettato nel 2003 come una specie di album digitale. Questa riflessione presta il fianco a degli interrogativi, spesso inquietanti, sollevati dalla grande trasformazione apportata dai New media, ai costumi del genere umano, ai modi e alle forme del comunicare, alla creatività, alla privacy, al modo di pensare, al linguaggio, alla mente, al cervello dei nativi digitali, e infine ma non ultimo anche al modo di amare ed esprimere emozioni e sentimenti. Riflessione che non pretende di essere esaustiva ma anzi si propone di aprire nuovi varchi di ricerca e spunti di riflessione atti a capire la trasformazione attuale.

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