Il blu di Michele Roccotelli, alla Mostra “Il Senso del Sacro”

(a San Domenico Maggiore, Napoli, fino al 20 ottobre)

di C. Gily Reda

Luminescenze e finestre valgono per Roccotelli a far entrare il colore della vita quotidiana nella tela. Restituisce lo sguardo di una giornata felice, una di quelle in cui il mondo sembra degno della definizione di Leibniz: che questo sia il migliore dei mondi possibile – e non c’è un Voltaire a gridare “svegliati!” a Candide.

Ma non è un ingenuo l’artista, come non era ingenuo Leibniz. Il male del mondo, il buio, sono realtà cui purtroppo nessuno può trovare scappatoie; l’ansia è la prima caratteristica del sentire dell’uomo, forse del vivente in ogni sua forma, il suo modo d’intendere il pericolo e fare che la paura invece di bloccare stimoli l’ingegno. E nasce il coraggio, il sapere che…

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