Il diritto ad una vita di qualità

di Marianna Merola

Il Parlamento europeo riconosce la massima importanza al miglioramento della qualità della vita nell’UE tant’è che ha organizzato il tour dell’act react impact attraverso le maggiori città dell’Unione Europea. Il  ReAct tour, il 23 gennaio 2014, ha toccato la capitale italiana dove, in vista della presentazione a Bruxelles dell’EXPO 2015 che avrà come filo conduttore la qualità del cibo e gli aspetti economici ad esso legati insieme al miglioramento della qualità della vita, è stato scelto come tema centrale proprio la qualità della vita affinchè i cittadini non solo propongano, ma reagiscano alle politiche europee nell’area. Per qualità della vita si intende anche la possibilità di vivere in una società che rispetti l’ambiente e che sia in grado di affrontare le conseguenze dei cambiamenti climatici sulla salute e sulla vita quotidiana: la salute infatti, o almeno il diritto alla salute, fa parte di uno stile di vita più sano perciò si è parlato di qualità della vita e dello stile del saper mangiar sano.

La via europea per il benessere dei cittadini indica che il Parlamento europeo ha lavorato su un’ampia gamma di regole per migliorare la qualità della vita nell’Unione: «garantire farmaci sicuri ed accessibili e trattamenti medici, il rafforzamento dei diritti dei passeggeri, consentendo ai consumatori di acquistare cibo chiaramente e correttamente etichettati, riduzione delle emissioni di CO2 e di prevenire altre ambientale inquinamento, ma anche fare in modo che la privacy dei cittadini europei è protetto e al sicuro i propri dati».

In particolare, la qualità della vita come tema principale delle elezioni europee  è stata affidata all’Italia ma, secondo una recente analisi dell’ Oxfam, Organizzazione Non Governativa britannica, il nostro Paese è sceso all’ottavo posto nel mondo per la qualità e salubrità del cibo a causa della crisi economica che ha portato alla diffusione del cibo spazzatura, ovviamente meno costoso, nonché all’assunzione smodata di zuccheri e grassi. Il cibo rappresenta quindi uno dei fattori comunicativi della campagna elettorale dell’Italia: ecco perchè l’Europa punta ad un miglioramento del benessere dei cittadini che non riguarda solo cibo, ma anche l’ambiente, infatti l’Unione Europea estende il concetto di benessere anche alla qualità dell’aria, all’ambiente e alla salute.

Non è solo l’inquinamento che preoccupa le istituzioni europee, ma l’evidente cambiamento climatico che ormai affligge il continente e che espone a temperature rigide, unite ad alluvioni sempre più frequenti al nord e problemi di siccità al sud dell’Unione, senza contare i danni economici che tali cambiamenti arrecano non solo alla popolazione ma anche alla produzione.

Diritto alla salute, protezione dei consumatori/cittadini e qualità della vita rappresentano i punti salienti di questa campagna elettorale  per far fronte ai problemi pratici dei cittadini europei!

Non è stato poi trascurato il tema del diritto alla privacy e dei diritti dei consumatori, infatti  l’Unione Europea ha manifestato un impegno continuo al fine di rafforzare la tutela dei consumatori non solo legiferando in materia, ma anche attraverso il supporto alle associazioni dei consumatori, le campagne di informazione e sensibilizzazione. L’Unione Europea è impegnata ad integrare gli interessi dei consumatori in tutte le sue politiche, soprattutto in relazione al mercato unico, alla politica energetica e di concorrenza, alla liberalizzazione dei servizi pubblici.

Merita certamente di essere approfondito i concetto di partecipazione infatti, le istituzioni e le organizzazioni europee responsabili delle politiche giovanili hanno in numerose occasioni sottolineato l’importanza proprio della partecipazione dei giovani alla promozione della cittadinanza attiva, la loro inclusione sociale e il loro contributo allo sviluppo della democrazia. La partecipazione alla vita democratica di qualunque comunità consiste nell’avere il diritto, i mezzi, lo spazio, l’opportunità e il sostegno per partecipare al processo decisionale della società e la possibilità di impegnarsi in attività che contribuiscano a creare una società migliore.

Nel 1992, il Congresso europeo delle autorità locali e regionali presso il Consiglio d’Europa adottava la prima “Carta Europea della Partecipazione dei Giovani alla Vita Locale e Regionale”. Rivista nel 2003 al fine di affrontare nuove tematiche legate all’esperienza concreta dei giovani, la Carta sottolineava che la partecipazione dei giovani alla vita locale e regionale deve costituire parte di una politica globale di partecipazione dei cittadini alla vita pubblica e che la partecipazione dei giovani appartenenti a settori svantaggiati della società deve essere ulteriormente promossa.

La Commissione Europea, inoltre, nel suo Libro Bianco sui giovani indicava la partecipazione come area prioritaria per il settore giovanile nello specifico. Nel follow-up al Libro Bianco la Commissione proponeva come obiettivo generale per la partecipazione che venissero create e sostenute misure per incoraggiare i giovani a divenire cittadini attivi e che la loro effettiva partecipazione alla vita democratica venisse rafforzata.

Al fine di sostenere gli sforzi a livello locale, regionale, nazionale e transnazionale per promuovere la partecipazione e il networking di progetti legati alla partecipazione, la Commissione sostiene in aggiunta una vasta gamma di progetti pilota in tutta Europa e promuove la partecipazione attraverso il sostegno ad attività continue del programma di lavoro di organismi attivi a livello europeo nel settore giovanile, comprese le attività del Forum Europeo dei Giovani.

Non va poi trascurata la lotta dell’Unione Europea contro le discriminazioni basate sul sesso, la razza e l’origine etnica, la religione o le convinzioni, la disabilità, l’età o l’orientamento sessuale. I trattati proibiscono anche ogni discriminazione basata sulla nazionalità. Il diritto alla non discriminazione è ulteriormente sostenuto dalla Carta dei diritti fondamentali che ha lo stesso valore giuridico dei trattati.

A tal proposito, va menzionato l’Istituto Europeo per l’Uguaglianza di Genere (EIGE) che è stato istituito il 20 dicembre 2006 con il compito di aiutare le istituzioni europee e gli Stati membri a promuovere l’uguaglianza tra uomini e donne in tutte le politiche comunitarie e nelle relative politiche nazionali e a lottare contro la discriminazione fondata sul sesso. L’Istituto persegue anche una maggior sensibilizzazione dei cittadini europei in merito all’uguaglianza di genere.

Ne deriva che l’Unione Europea, con le sue politiche, ha indubbiamente migliorato la vita dei propri cittadini considerando  che l’adesione all’Unione Europea comporta, in capo agli Stati Membri, la titolarità dei diritti, degli obblighi giuridici e degli obiettivi politici che accomunano e vincolano gli Stati stessi: diritti, obblighi ed obiettivi che sono conosciuti come acquis comunitario. Durante il processo di allargamento dell’Unione europea, l’acquis è stato suddiviso in 31 capitoli:

 

1.Libera circolazione delle merci 

2. Libera circolazione delle persone

3.Libera circolazione dei servizi

4.Libera circolazione delle persone

5.Legislazione societaria

6.Politica della concorrenza

7.Agricoltura

8.Pesca

9.Politica dei trasporti

10.Tassazione

11.Unione economica e finanziaria

12.Statistiche

13.Politica sociale e impiego

14.Energia

15.Politica industriale

16.Piccole e medie imprese

17.Scienza e ricerca

18.Formazione

19.Telecomunicazioni e IT

20.Politica audio-visiva

21.Politica regionale e fondi strutturali

22.Ambiente

23.Consumatori e protezione della salute

24.Cooperazione nel campo della giustizia ed affari interni

25.Unione doganale

26.Relazioni esterne

27.Extracomunitari e politica di sicurezza

28.Controlli di finanza

29.Previsioni finanziarie

30.Istituzioni

31.Altro 

Le suddette negoziazioni solitamente comprendono periodi transitori di contrattazione affinché i nuovi Stati entranti diano completa applicazione alla normativa europea e acquisiscano pieni diritti in forza dell’acquis.

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