L’identità europea

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di Gily Reda

Il giorno dopo l’eccidio di Parigi, Biagio De Giovanni intervenne sul “Mattino” di Napoli con una parola accorata, ma di raro equilibrio. Parlava di identità europea, della necessità di fare fronte non ‘contro’ ma ‘per’, non come il fondamentalismo che si pone in lotta, apre una guerra: per i valori per cui l’Europa ha combattuto sempre, e si è fatta quel che è, anche come unità politica. Non è possibile citare tutti i martiri che hanno combattuto per affermare l’identità europea, Wolf cita spesso Giordano Bruno, ma è un simbolo, uno solo, per tanti uomini valorosi, storie e libri che ancora si apprendono con guadagno. La civilizzazione europea è un vanto che va ricordato, in autunno se ne parlerà in un convegno su Collingwood, che ha ne ha fatto la teoria.

L’identità europea è tutti questi saperi e tutte queste cose, se ne deve parlare fino alla stanchezza: ma pare strano che Saviano non abbia pensato a quelle che per me sono le immagini dell’anno (insieme a tutte quella da lui citate), i tetti di Parigi da cui si vedono le sparatorie giù in strada, al tempo delle vignette; e i Parigini che uscivano dallo stadio cantando quel canto che per ogni europeo è scritto nel cuore come inno alla libertà, allons enfant: e con loro ogni europeo quella sera cantò la fine di un sogno. Molti, giurarono sui loro valori.

No, il sogno che finisce non è quello di essere intoccabili: e in che senso l’Europa lo è mai stata, se non nel sogno europeo di Rifkin? Hitler è solo dei tanti nomi dei nostri incubi terribili – decapitazioni? Ma avete mai visitato un museo di attrezzi di tortura? I nostri più cari amici intellettuali, gli autori dei libri che amiamo, se non sono morti sui roghi… No, il sogno che è svanito è che anche l’Islam dovesse in fondo riconoscere che la società giuridica è un progresso rispetto alla sharia, che fa schiava la metà del genere umano, le donne, e ammette che la loro ribellione si punisca con la morte; chi scrive è donna: ma direi lo stesso se si facessero schiavi i gay, che almeno potrebbero negare di esser donne, o i neri, o gli zingari: non è schiavitù questa, cara Fatima? No, la questione non è la divisa: è l’impossibilità di vita autonoma che un sistema giuridico stabilisce per parte della popolazione. Ma la civilizzazione europea, il diritto di libertà ed eguaglianza, non è entrata in crisi perché l’europeo la difenderà. È un incubo: ma vedremo, chi è il più forte: non con le armi – se gli altri non sparano, ma col capire.

Grazie a Biagio De Giovanni, di aver capito così subito e così bene indicato la via da seguire.

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