Human Computer Interaction

di Anna Irene Cesarano

Stanford’s Michael Bernstein

Human-Computer Interaction (HCI) Group

L’interazione uomo-computer (HCI) è stata definita come la disciplina che studia metodi e tecniche per la progettazione e lo sviluppo di sistemi interattivi che apportano benefici e supporto alle attività umane, in qualità di strumenti usabili e affidabili. Diversi studiosi, sia per vocazione scientifica che per ispirazione metodologica, ne hanno dato o ne danno una definizione di tale disciplina, tanto da costituire un quadro alquanto variegato ed assortito.

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Il filosofo del Software, Henri Bergson

di Viviana Reda

Renato Barilli nel 2005 chiarì il ruolo speciale di Bergson nel preparare la mentalità della nuova era, ancora tecnologicamente inesistente, ma già presente nel mondo delle possibilità che suggerivano agli scienziati e dei filosofi le idee della cibernetica futura. La logica binaria è nata ragionando sui misteri della memoria, su cui tanto meditò il Rinascimento, preparando gli elementi da cui nacque la critica della logica formale di Aristotele e il nascere della nuova logica, binaria da un lato, storica dall’altro. L’età moderna ebbe il difetto di distaccarle, preferendo ottimizzare i due cammini senza intrecciarli; la filosofia dell’800 tirò le somme parlando di logica del divenire, il 900 ha continuato questo percorso, riuscendo ad esempio con Bergson ad affermazioni paradossali come quella che la materia è memoria e che l’evoluzione è una creazione libera – cose che poi la biologia della fine del ‘900 ha dimostrato, ad esempio col premio Nobel Maturana e il suo sodale Varela (nota del dir.)

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