Psicologia di Comunità: origini della disciplina

di Alessandro Savy

Il termine “comunità[1]” definisce un concetto sociologico che ha assunto con il passar del tempo una vasta gamma di significati, connotazioni e definizioni. Una definizione più completa di tale termine, ci viene fornita da Martini e Sequi, per i quali si tratta di: <<un sistema socio-territoriale con confini amministrativi definiti dove si dispongono in un mutuo scambio di influenze: individui e gruppi, ambiente naturale e ambiente costruito dell’uomo, bisogni ed attività di interpretazione e di trasformazione della vita e delle risorse di cui dispone la comunità stessa>>

[1] Il termine comunità ha la stessa radice di comune e di comunicazione. Secondo alcuni etimologi tale radice deriverebbe da cum-munia, doveri comuni, secondo altri da cum-moenia (mura, fortificazioni comuni). In ogni caso il prefisso cum sottolinea l’aspetto di relazione, di contesto condiviso, di globalità del sistema interattivo. Esposito ritiene che, la comunità “non può essere pensata come un corpo, una corporazione, in cui gli individui si fondono in un individuo più grande. Ma non va intesa neanche come un reciproco riconoscimento intersoggettivo in cui essi si specchiano a conferma della loro identità. (In Esposito R., Communitas. Origine e destino della comunità, Einaudi, Torino 1998)

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