Visita dei non vedenti alla Sala DAI di Palazzo Reale

di Giuseppe Fornaro
Sala DAI
Sala DAI

Lunedi 18 aprile 2016, la Rappresentanza dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Sant’Anastasia ha effettuato una visita guidata presso il Palazzo Reale di Napoli. La proposta di questa visita culturale da parte dell’Università (OSCOM), a noi diramata dai fratelli Santarpia di Casola che organizzavano il loro gruppo, oltre ad entusiasmare il Dirigente della Rappresentanza di Sant’Anastasia, Giuseppe Fornaro, ha riscosso successo anche tra i Soci dell’UICI che ne hanno preso parte.

Nei giorni successivi, su richiesta della prof. Clementina Gily Reda, organizzatrice della visita nell’ambito della ricerca percettologica OSCOM dell’Università Federico II, è stato svolto un sondaggio tra i partecipanti, disabili visivi, presenti; è stato, loro chiesto, cosa sia stato ben fruibile e cosa no, quali difficoltà hanno riscontrato nel “conoscere” gli oggetti e l’ambiente stesso, ed infine cosa bisognerebbe realizzare affinché le bellezze del Palazzo Reale possano essere accessibili anche ai minorati della vista. I visitatori non vedenti erano 12, con gli accompagnatori e i docenti OSCOM; si precisa che non c’erano ipovedenti.

Nella visita tutti hanno soprattutto apprezzato il plastico realizzato per la rappresentazione esterna del Palazzo Reale. I visitatori sono rimasti entusiasti per la minuzia con la quale è stato costruito il plastico che ha reso ben accessibile il riconoscimento delle dimensioni, delle zone nel loro rapporto reale, la ricostruzione del cammino fatto per giungere alla sala e le altre lunghe passeggiate possibili per raggiungere la Biblioteca Nazionale, il San Carlo, i vari appartamenti della Reggia oggi adibiti a pubblici Uffici oltre che a luoghi di visita turistica e d’arte.

Al termine del sondaggio, sono emerse due note dolenti riguardanti il video che raccontava la storia del Palazzo, e l’assenza di descrizioni in Braille; si vuole far notare, che a tal proposito, tutti i visitatori non vedenti hanno avanzato il loro disappunto. Questo per migliorare il servizio, tenendo presente il senso della ricezione, che a volte sfugge quando nelle commissioni non ci sono esperti di settore che conoscano i problemi dei non vedenti. Il gruppo di ricerca OSCOM della prof. Gily in relazione alle ns osservazioni proporrà ai curatori della Sala DAI di tenerne conto. Per ora nonostante le difficoltà tutto funziona a meraviglia grazie all’impegno nelle spiegazioni e nella guida da parte di impiegati e funzionari, la cui solerzia anche va ricordata, essendosi prestati a superare le difficoltà poste da una giornata in cui altre iniziative rendevano complesso il lavoro. Il Palazzo Reale infatti è in fase restauro, se le attività seguitano ad essere realizzate devono superare le condizioni di difficile normalità. La dr. Annalisa Porzio, il funzionario responsabile dell’organizzazione della Sala DAI, è diventata persino guida, visto che il numero lievitato dei partecipanti non consentiva di realizzare in una sola volta la visita alla Sala; così, ha accompagnato la metà del gruppo, a turno, a visitare il Palazzo nelle zone praticabili degli appartamenti reali.

Ora, possiamo in breve spiegare cosa impedisce la migliore fruizione per un ipovedente, così da contribuire alle nuove progettualità: il video, era solo in parte raccontato, il racconto era riferito alla storia del Palazzo Reale, un semplice documentario…mentre, un video da presentare ad un disabile visivo deve raccontare la storia, ma dev’essere ben studiato e montato in modo da “descrivere” e non solo “raccontare”! E’ proprio in questa differenza il successo della corretta fruizione e quindi il piacere della ‘visione’ da parte del non vedente. Il video deve DESCRIVERE le immagini, di seguito si da spazio al racconto o al contempo. Nel video in questione c’erano i sottotitoli, inutili per un cieco; le immagini, dei vari personaggi che vissero nel Palazzo Reale, erano inoltre mute. A questo proposito, si deve precisare un aspetto importantissimo: i momenti di silenzio (come nel caso in questione) sono fonte di enorme disagio e smarrimento per una persona non vedente.

Passiamo all’assenza o quasi di descrizioni in Braille. Tutto ciò che può essere visitato, va trascritto e descritto in Braille. Affreschi, statue, tessuti, disegni, decorazioni, materiali, rappresentazioni, ecc., dovrebbero essere esplicitate in Braille, e consentire che dove la conoscenza tattile è impossibile o va integrata sia possibile egualmente realizzare un’immagine che sostituisca la visione, ciò apre alla libera fruizione; si possono anche realizzare delle audio guide. La trascrizione e descrizione in Braille, consente al non vedente di attingere alle informazioni autonomamente, fermo restando l’importanza di una persona-guida esperta che risponde alle domande e illustra simpaticamente la scena.

Il poter leggere e svincolarsi per qualche istante dalla guida, permette, al disabile visivo, di poter ritornare su concetti poco chiari, o rammentare ciò che ha attirato di più l’attenzione, o proseguire oltre se non si è particolarmente interessati in quel momento; insomma, poter leggere, conferisce autonomia con il valore aggiunto della guida.

Il Gruppo di Sant’Anastasia e quello di Casola, guidato dai fratelli Santarpia, ringrazia la Direzione del Museo per la disponibilità e soprattutto la cortesia con cui hanno saputo regalare a noi una giornata diversa; nonché la Direzione OSCOM per la ricerca volta all’integrazione progressiva di diversamente abili e normodotati, creando occasioni di interrelazione e studio sperimentale di innovazioni. Se si guarda a quelle indicate, si deve riconoscere che sono di facile realizzabilità ed efficaci.

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