L'erbarioWolf Periodico di comunicazione, filosofia,politica

Rubriche
 

Nuova Rivista Cimmeria

 Filosofia Italiana

 

I Have a dream

di Clementina Gily

Napoli Mercoledì 19 Giugno, ore 11

Sede de “Il Denaro”, Piazza dei Martiri

R. Russo Iervolino, F. Cassano, F.Alberti, D. Rajo, A. Giannola

presentano il libro di Raffaele Picardi

Medi@terranea, un’idea di Città fra Valori, Risorse e Opportunità

Eurocomp 2000, Napoli 2002

Modera il dibattito C.Gily

 

In qualità di moderatore, vorrei dare, come direttore di questa rivista, notizia del volume: per moderare efficacemente un dibattito, in verità, occorrerebbe sempre conoscere l’argomento,anche se non sempre si ha tempo di farlo. E’ questo il caso, avendo, a Salerno, qualche giorno dopo, parlato io stessa del testo. Per altro lo conosco dalle bozze; credo di aver contribuito, l’Autore me lo riconosce, nelle discussioni fatte insieme a lui sui temi della democrazia liberale, all’elaborazione concettuale della prima parte del sogno di Raffaele Picardi. Il libro infatti consiste di un sogno, richiamato con le parole di Luther King per dire che la grandezza, per quanto grande, di un sogno, può venire superata dalla realtà, se lo si sostiene con forza. E’ un sogno che nel libro dissipa spesso le sue nebbie per dire il vivo dei progetti, si pubblicano documenti delle discussioni politiche degli ultimi due anni. Si ricordano così i temi centrali che l’amico Picardi porta avanti, che nell’elenco mostrano la loro continuità, legati come sono da un lato alla sua professione di Dirigente Scolastico, dall’altro alla sua Vicepresidenza al Banco di Napoli per l’Assistenza all’Infanzia. La cura e la responsabilità verso l’Infanzia sono una sorta di legame alle generazioni future, che secondo il giudizio di Jonas sono oggi la vera molla della etica e della politica, la spinta ad impostare un progetto politico, a fare attenzione alla città ed allo stato, all’ecologia.

Perché i bambini ed il loro benessere si legano solo in parte ad una politica di assistenza e ad una politica scolastica. Le loro condizioni di vita attuali sono palesemente condizionate dalla società cui appartengono, come le loro prospettive future: insegnare, come Picardi fa, a Ponticelli, dove ha condotto anche l’Osservatorio di Comunicazione Federico II, che dirigo, a fare esperienza, significa cimentarsi giorno per giorno con la realtà dell’emarginazione. Di qui viene, sicuramente, quel discorso così centrale nell’ambito del suo discorso politico sulle periferie urbane, quando ha partecipato alla campagna elettorale come candidato sindaco per l’Italia dei Valori. Le periferie, forse a Napoli più che altrove (Napoli Capitale Europea contro la provincia trascurata da Sovrani Stranieri), risentono una distrazione dell’attenzione politica – in specie la periferia orientale, dove non c’è nemmeno il polo del mare e del risanamento dell’ex area industriale. Perciò i discorsi sul Centro Direzionale e sulla sua relazione con le degradate aree circostanti rivestono massimo interesse, come i suoi progetti di una industria pulita legata al multimediale ed al mondo della comunicazione di massa. Un discorso, questo, in cui l’ottica subito si complica acquistando toni di politica nazionale non occasionale: la politica della comunicazione e la sua essenzialità nel nostro orizzonte politico non meritano dimostrazioni di attualità e di urgenza. Inoltre qui si delinea una importante scelta di campo verso la comunicazione popolare, un settore da potenziare per consentire una politica capace di un vero contatto e muta comprensione con la base elettorale: questa è una vera e propria necessità della vita politica, oggi che i modelli di comunicazione tradizionale sono del tutto in crisi.

Riuscire a creare un corretto rapporto con gli elettori consentirà a chi sappia riuscire nel difficile intento a portare avanti anche progetti generosi e difficili. E’ il caso del federalismo solidale, che Picardi propone, uno sforzo per dire la propria autonomia nella differenza. Perciò occorre saper sfruttare a fondo la fantasia come risorsa per trovare nuove opportunità, adatte al Mediterraneo, al suo clima diverso, alla sua cultura antica. Che non vuol dire automaticamente inefficienza, come il predominio di ottiche della velocità e della serializzazione oggi rischiano di far pensare subito, non appena si parli di tempo di riappropriazione e di individualizzazione, come fa Cassano. Questi tempi non sono aggiuntivi al vivere, rappresentano il vivere stesso – pensando. Il macinare a modo proprio idee altrui, significa essere critici, capaci di un pensiero autonomo, di una presa di posizione personale. Significa, ad esempio, non bere come acqua fresca le televisioni italiane, non volere a tutti i costi una figlia Velina o Miss, credere che avere un giudizio su un libro non sia saper rispondere ad un Quiz. Pensare criticamente significa saper resistere alla propaganda cui oggi siamo soggetti come mai, nella storia dell’uomo.

 Ma veniamo al sogno, che dà unità al tutto: nel mondo delle idee politiche oggi si respira un clima di sconfortante afasia, dove le concezioni del passato sembrano luci sfolgoranti – che portano chiarore anche oggi, se le si ripensa in modo significativo. Democrazia liberale fu un grande sogno, ucciso dalle ideologie, che trascinarono via i Fabiani, tanto tempo fa, il Partito d’azione dopo: oggi, che sembra innervare tante concezioni, resta scarso invece l’approfondimento teorico. Per chi, come chi scrive, ha dedicato molta parte del suo studio ad autori come De Ruggiero, Calogero, Dorso, Gobetti… è molto confortante vedere un politico attivo come Picardi prendere interesse anche a questi aspetti di pensiero politico e vedere come traccia la necessità che dietro il mondo delle cose resti ben saldo un mondo del pensiero, a guidare le grandi linee.