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Nuova Rivista Cimmeria

 Filosofia Italiana

 

Le incisioni del ‘700 in mostra al Suor Orsola Benincasa

di Anna Maria Voltan

 

La mostra inaugurata il 12 aprile (fino al 15 giugno), curata da Barbara Jatta e Maria Teresa Penta e allestita dall’architetto Sergio Prozzillo nelle antiche celle del convento di Suor Orsola Benincasa, presenta una panoramica dell’incisione in Italia nel XVIII secolo. Le oltre cento stampe esposte provenienti dal fondo delle incisioni italiane settecentesche del Gabinetto dei disegni e delle stampe della Collezione Pagliara, custodito nei locali dell’Istituto Suor Orsola Benincasa testimoniano la grande fioritura della stampa d’arte in un periodo in cui, attraverso le nuove tecniche dell’arte calcografica, si intensifica il fenomeno di divulgazione delle “arti maggiori”. La vasta produzione di incisioni d’apres è testimoniata dalle imprese dei Morghen e dei fratelli Hackert nel Regno di Napoli, dall’opera del bolognese Francesco Rosaspina, di Giovanni Volpato e di Giovanni Ottaviani. La serie di stampe riproducenti le Logge e le Stanze di Raffaello in Vaticano, opera di questi ultimi, testimonia la grande diffusione del mito raffaellesco in epoca neoclassica. Oltre le riproduzioni dai grandi maestri sono presenti traduzioni di disegni e dipinti di artisti contemporanei, con tecniche sempre più sofisticate per la resa delle diverse tipologie disegnative che raggiungono gli splendidi risultati degli Studij di pittura del Piazzetta, incisi da Marco Pitteri e Francesco Bartolozzi.

La sezione “geografie” si apre con la splendida mappa del Duca di Noja, incisa nel 1775, vera e propria pietra miliare della cultura cartografica del Mezzogiorno. Grande spazio viene riservato, inoltre, alle incisioni di paesaggio, alle splendide vedute all’acquaforte di Canaletto, di Marco Ricci,  ma anche alle rappresentazioni urbane e architettoniche di Giuseppe Zocchi, di Alessandro Specchi e Giuseppe Vasi. A Giovan Battista Piranesi, incisore tra i più significativi del secolo, è dedicata un’intera sezione della mostra, con le straordinarie tavole delle Vedute di Roma e delle Carceri d’invenzione.  E’ possibile ammirare inoltre i raffinati volti del secolo, una galleria di personaggi illustri, poeti, letterati, giuristi napoletani e stranieri, di grande fama nell’epoca dei Lumi: musicisti come Paisiello, Durante, Zingarelli; i ritratti dei reali Carlo di Borbone, Maria Amalia, Ferdinando I e dei maggiori fra gli artisti di corte come quello, bellissimo, di Ferdinando Sanfelice che Gaultier incide rifacendosi ad un’opera perduta di Francesco Solimena. E ancora si può ammira la sezione dedicata al mondo del cielo con i planisferi incisi da Giovanni Maria Cassini e della Luna rappresentato dall’incantevole racconto figurato del viaggio sulla luna del Cavalier Wild Scull e del Signor de la Hire, una serie di nove stampe disegnate nel tipico stile della chinoiserie rococò. In ultimo ricordiamo Mito e allegoria, sezione dedicata alle stampe di soggetto mitologico, storico o allegorico incise da Domenico Cunego, Stefano Mulinari, Francesco La Marra; le grandi imprese editoriali del tempo sono descritte dai fogli che Giuseppe Aloja, Rocco Pozzi, Carlo Nolli, Francesco Cepparulo realizzarono per le antichità ercolanensi esposte e per la Dichiarazione dei disegni di Luigi Vanvitelli per la reggia di Caserta.

Nel 1789 Wolfang Goethe nel suo «Viaggio in Italia» descrive il grandioso spettacolo dei fuochi d’artificio per la festa dei SS. Pietro e Paolo: le feste, infatti, rappresentano una delle migliori fonti d’ispirazione per gli incisori che operarono a Napoli nel Settecento i quali riprodussero con grande maestria gli scenografici apparati festivi promossi dalla corte borbonica. Giostre, portici, scene teatrali, torrette, templi classicheggianti con luminarie, macchine pirotecniche che venivano incendiate con effetti spettacolari erano realizzate da architetti e scenografi insieme in qualunque occasione Napoli, capitale del Regno, cogliesse per autocelebrarsi fastosamente.

La varietà e la qualità delle stampe esposte, lo scenografico allestimento e il ricchissimo catalogo sollecitano una visita alla raccolta che costituisce un interessante esempio del collezionismo colto e raffinato del Secolo del Rame.

 

Istituto Suor Orsola Benincasa, via Suor Orsola, 10 - Napoli.

12 Aprile-15 Giugno 2002

Lun.-sab. 9.30-13.00; mart., ven. 15.00-19.00

Info. www.unisob.na.it