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Nuova Rivista Cimmeria

 Filosofia Italiana

Correttezza politica

 

La rubrica Politically Uncorrect è stata creata l’anno scorso per dare un giudizio un po’ o molto irriverente su fatti di cronaca che lasciano sconcertati; un motto un po’ inconsulto, uno scherzo sardonico. Questo carattere resta nonostante i tempi nostri, così difficili da vivere per chi abbia passione politica.

Sartori ha scritto sulla televisione cose che possono sembrare disequilibrate, lontane dal saper prospettare una politica della comunicazione efficace; eppure il suo Homo videns si fa leggere lo stesso con interesse. Perché esprime in modo compiuto lo sconcerto di chi, appassionato di politica, studioso emerito di essa, si ritrovi a guardare i nostri tempi ed il modo in cui si tratta la politica.

Lasciamo perdere i contenuti e le polemiche contro questo o quello: sicuramente, la politica mediatica è una cosa volgare. Finisce ogni attenzione a quel che si dice, sostituita dall’immagine in figura o in parole. Saper urlare una domanda stupida può valere molto di più, in termini di convinzione e di voto, di una parola meditata ed equilibrata.

E’ il tempo dell’immagine. Occorre abituarsi quel tanto che è indispensabile al medium: ma senza i contenuti, non esiste politica democratica ma solo retorica avvocatizia, discorsi alla nazione, brutale sopraffazione dell’intelligenza ad opera della facondia – e peggio. Un lifting non può contare quanto la presenza sulla scena politica.

Così non va, se si crede nella democrazia. Ma non è facile capire come cambiare.

 

Perciò la rubrica, nata come un articoletto irriverente, tanto per ridere, da ora si trasforma in un approfondimento con articoli diversi. Non è escluso il motto esasperato, ma ci si impegna in seri momenti di riflessione, di diverso peso: per suggerire che la prospettiva da cui bisogna guardare ai problemi della politica è seria, deve restare tale, deve cimentarsi con i problemi dell’oggi ma saper guardare anche con l’occhio della filosofia politica.

Altrimenti, ci dimentichiamo qual è la differenza tra il liberismo ed il liberalismo. Tra quest’ultimo e la democrazia. Tra entrambi ed il socialismo. Tra tutti ed il comunismo, burocratico e no, che non può essere indicato, come oggi si fa, per tacciare di diabolico rosso tutti i diversamente opinanti.

Sconcerta vedere nelle pagine dei giornali, cui non accedono gli illetterati, confusioni inconcepibili, mancati approfondimenti che rendono impossibile, a chi è solo lettore, di comprendere qualcosa della politica. I momenti della cultura sono in genere illeggibili per chi non sia già competente, trattando dell’ultima novità o della ricorrenza di oggi, supponendo una base di conoscenza che invece spesso è davvero elitaria, negando la stessa ragion d’essere di un giornale.