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Nuova Rivista Cimmeria

 Filosofia Italiana

 

Feydeau all’Augusteo di Napoli

di Anna Maria Abbamonte

 

Dal 31 ottobre al 10 novembre il Teatro Augusteo di Napoli ospita La palla al piede di George Feydeau, nuovo spettacolo presentato al suo pubblico dalla compagnia di Luca De Filippo, con la regia di Armando Pugliese.

Luca De Filippo si riappropria delle sue radici teatrali, con l’approdo artistico, che egli stesso definisce “inevitabile”, ad un genere, quello delle pochade e vadevilles, che l’illustre nonno Eduardo scarpetta aveva importato dalla Francia sul finire dell’Ottocento, per utilizzarne i temi nel nuovo contesto della sua Napoli e della comicità napoletana.

Sul finire dell’800 infatti il teatro napoletano vive con Eduardo Scarpetta una delle sue esperienze creative più importanti: in un’esperienza di apertura ad altre realtà teatrali, sulla scia dei precedenti risultati petitiani, Scarpetta trasporta i temi e i modelli scenici delle vaudevilles e pochades francesi nella napoletanità della sua lingua, nell’intento di imprimere con le sue riduzioni una svolta borghese alla scena popolare partenopea. Assume così posizioni totalmente differenti da Petito che aveva invece attinto ai repertori nazionali e ai vari generi nell’intento di fornire nuovi temi e contenuti alle sua parodie. Il repertorio francese comprendente opere di Hennequin, Meylhac, Labiche e Feydeau sarà oggetto di una lunga serie di riduzioni che caratterizzeranno il repertorio di Eduardo Scarpetta tra la fine dell’800 e il secolo successivo e che saranno riprese da Eduardo De Filippo sin dai suoi esordi teatrali nella compagnia di Vincenzo Scarpetta.

Oggi con il suo nuovo spettacolo Luca De Filippo sembra porsi sulla stessa scia drammaturgia del suo illustre antenato, proponendo al suo pubblico il testo di un autore francese in una rilettura che, pur coerente con l’originale nella trama e negli intrecci, non può non risentire di alcune spontanee modifiche legate alla sua esperienza scenica.

Con la sua compagnia di teatro “Elledieffe”, fondata nel 1981 Luca De Filippo, ha realizzato buona parte del repertorio di Eduardo, di Vincenzo ed Eduardo Scarpetta, oltre che di P. Altavilla ( 'A fortuna e Pulcinella ). L’esperienza con il Don Giovanni di Molière nella stagione 1986-87; ha contribuito ad avvicinarlo al repertorio contemporaneo e alla drammaturgia del '900: nel 1990, dirige U. Orsini in Il piacere dell'onestà di Pirandello nel 1991-92 è regista e interprete di La casa al mare di Cerami, nel '92 di Tuttosà e Chebestia di C. Serrau (regia di Benno Besson), nel 1993-94 di L'esibizionista (testo e regia di L. Wertmüller), nel '97 di L'amante di Pinter (insieme ad Anna Galiena, regia di Andrée Ruth Shammah); nel '98 di nuovo Molière, con il Tartufo (regia di A. Pugliese) e nel 99/2000 "Il suicida" (libero adattamento di Michele Serra da Nicolaj Erdman, regia di Armando Pugliese).

Ora la sua curiosita' creativa lo ha condotto a confrontarsi con l’attuale comicità di Gorge Feydeau, che dopo la prima nazionale del Quirino di Roma sara' oggetto di una lunga tournèe che tocchera', oltre a Napoli, le piazze di Firenze, Messina, Prato e Milano.

Autore di vadevilleus, farse e atti unici, Georges Feydeau, (Parigi 1862 - Rueil 1921), da impietoso analista ritrae nella sua commedia brillante la mediocre borghesia della sua epoca attraverso la figura decadente di un barone interpretato da Luca De Filippo, che come un Felice Sciosciammocca si ritrova impegolato in una paradossale situazione da lui stessa involontariamente creata nell’intento di tenere celate le sue magagne. Una serie di comici equivoci investirà questo amante libertino e spiantato combattuto tra il volersi finalmente sistemare con una “ragazza di buona famiglia”, e la relazione con una seducente e corteggiata soubrette. La situazione precipiterà quando l’amante ignara sarà scritturata per rallegrare la sua festa di fidanzamento. Intorno a loro, un gruppo di personaggi teatralmente “straordinari”: un generale sudamericano innamorato della soubrette, sua sorella ed il suo ex marito, la madre della promessa sposa, un librettista di canzoni, un ospite “scomodo”, e (da locandina) “domestici, uomini e donne, uno sposalizio, due agenti… ”.

Il lavoro di Luca De Filippo e la regia di Armando Pugliese riescono a rendere perfettamente l’intreccio della trama nella sovrapposizione di effetti, legati tra loro da un perfetto meccanismo a orologeria, riprodotto scenograficamente da un grande orologio che provvede a scandire i ritmi incalzanti della farsa, i meccanismi comici che muovono l’azione, accompagnando, pare, l’imminente smascheramento del pasticcio amoroso del protagonista.

 “ La catena del matrimonio e' cosi' pesante che a volte bisogna essere in tre per portarla”.

Le sue commedie, legate alla tradizione del vaudeville, ne fanno ingegnoso ritrattista dell’intreccio moglie-marito-amante, reso in maniera teatralmente fedele con ogni mezzo, dall’allestimento scenico alla recitazione.

Tutto questo ha fatto si che Georges Feydeau fosse considerato uno dei più noti e abili commediografi della Bella Epoque, da molti indicato come il più grande autore comico dopo Molière.

Scrive infatti di lui Jean-Louis Barrault: “Dopo le farse di Molière le cose migliori le ha scritte lui: la sua profonda umanità non perde mai di vista la verità, anche nei momenti in cui si lascia andare alla più pazza immaginazione. (…) la risata zampilla rapida e leggera, mai volgare perché l’autore è sempre cosciente e guarda il mondo con lo sguardo innocente del bambino. Le ridicolaggini vengono dalla vita e non dai personaggi che sono per la maggior parte toccanti.”

E il critico francese Marcel Achard dichiara a proposito della sua arte: “se nelle tragedie si rimane quasi soffocati dall’orrore, davanti a Feydeau si resta soffocati dal riso”.

Luca De Filippo si misura con un testo poco frequentato del raffinatissimo Feydeau, tradotto e adattato con Carolina Rosi e Armando Pugliese, in scena, al suo fianco, recitano Gianfelice Imparato, Chiara Baffi, Agostino Zumbo, Francesca Romana Degl'Innocenti e gli altri bravissimi attori della compagnia Elledieffe, incastrati in un intreccio divertentissimo, fatto di equivoci, scambi di persona, peripezie strampalate, situazioni ridicole, come personaggi/pedine in balia di "fato comico" che ne determina movimenti e vicende.