L'erbarioWolf Periodico di comunicazione, filosofia, politica
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Nuova Rivista Cimmeria

 Filosofia Italiana

 

di Raffaella Merolla

Come allieva nel 2001 del corso di Comunicazioni di massa, discuto del ruolo della TV nella vita di oggi, “Televisione e vita quotidiana” è il titolo del volume di Silverstone in programma. E mi trovo a riflettere su come sia diverso oggi il rapporto coi media, ripensando a quando eravamo bambini, a quando, cioè, l'occasione televisiva era un po' come il cinema, rara, inserita in rituali oggi dispersi. Oggi la TV è, per me, un mezzo di informazione e di svago e spesso mi trovo a considerarne soprattutto gli aspetti negativi: ma con un figlio di nove anni come potrebbe essere diversamente? La comune "demonizzazione" del mezzo televisivo è continua, coinvolgente al punto da impedire una riflessione oggettiva che permetta di valutare i pro, oltre che i contro, e tale da far dimenticare la sovranità, rispetto a qualsiasi demone, della condivisione e della contestualizzazione. E' stato così che ho cominciato a riflettere e a ricordare cosa ha significato per me la TV quando ero bambina; quando le TV nel mio paese erano pochissime e ci si riuniva a casa dei pochi fortunati, per vedere i primi varietà in religioso silenzio, specialmente nel periodo estivo. La casa di mia nonna era uno dei luoghi deputati a queste riunioni che rappresentavano un momento molto atteso, specialmente dai piccoli della famiglia. La visione aveva un suo preciso rituale e la TV godeva di una ubicazione centrale: sulla parete frontale della sala da pranzo. Ogni mattina, nonna procedeva a rassettare la stanza, dedicando particolare cura alla TV che veniva spolverata scrupolosamente e coperta con il "pannetto": un panno cucito su misura di color ecrù, con dei pannelli un po' arricciati che scendevano sia lateralmente che avanti, rifiniti con un orlo a punto giorno, realizzato con il cotone da ricamo verde, e con dei fiorellini a punto croce sul pannello anteriore, ricami, questi, realizzati dalla zia e della quale nonna non finiva mai di decantare le qualità con le vicine-spettatrici; infine, sopra, vi appoggiava una composizione di fiori di porcellana di Capodimonte. All'imbrunire tutto era pronto, tutti avevano cenato, riordinato, lavato i bambini e mentre i mariti andavano al bar, le donne si riunivano per guardare la TV. Nonna apriva la sala, offriva le sedie alle sue ospiti e, finalmente, sollevava il "pannetto". Il sipario di quel nostro teatro si era alzato, la TV veniva accesa, la luce spenta, la vetrata della stanza spalancata. Lo spettacolo aveva inizio, per la gioia di noi bambini che, seduti per terra in prima fila, restavamo incantati a guardare fino a crollare addormentati.