Primo Gennaio – La pace nel mondo

di Gily Reda

Roma – San Pietro

La ricorrenza della Pace nel mondo si festeggia il primo gennaio, fu istituita da Papa Paolo VI l’8 dicembre 1967 – e sono cinquant’anni a dicembre: si celebrò la prima volta il 1 gennaio del 1968.
OGGI SONO DUNQUE 50 ANNI.
Cominciava così l’editoriale del 2017: è stato un anno lungo e difficile per la pace, per l’Europa, per l’America, per Israele, per la Cambogia… senza pensare ai soliti mille conflitti dell’Africa e dei popoli che trasmigrando diventano schiavi.
Frattanto, i populismi volgari e beceri hanno riportano fascisti e nazisti sulla scena del mondo, al governo o al parlamento in Europa che non fa che ricordare Auschwitz. I popoli si compongono di giovani studi di questa dissonanza cognitiva, dire una cosa e fare il contrario: e sbuffano se parlano di politica, votare è un di più… e se proprio si deve fare, meglio votare cantanti e cuochi.
Sono tempi difficili: chi volesse capire e sentire l’enorme scandalo dell’oggi legga il più bel libro dell’anno, La caduta dei Golden di Salman Ruschdie, folgorato dall’ascesa di Trump – un simbolo chiaro e limpido, impossibile a fraintendere. Eppure un simile libro epocale per farne un best seller è stato pubblicizzato come il primo ‘giallo’ di Ruschdie. Chi lo comprerà perciò, non lo leggerà. Ma i tempi sono così… per fare cassetta bisogna essere volgari anche più che popolari… importa imparare un format e produrre romanzi come salami, in modo professionale, come insegnano le scuole per scrittori. Non è facile capire se creino anche lettori. Napoli Città Libro spero si ponga il problema: ne parlerò spesso nel 2018.
I 50 anni della giornata della Pace nel Mondo sono stati per papa Francesco l’occasione per parlare della Madre di Dio, ribadendo quel che si dice in ogni Ave Maria: madre di Dio – e quindi non è solo la madre di Gesù, la Mamma del Natale: è la Madre di Dio. È l’altra metà del cielo? Come diceva Simone de Beauvoir? Come diramare l’analogia? È lo stesso discorso? E comunque: è il discorso di oggi: basta guardare la TV per chiedersi dove sono finite le Madri, Noi Madri, tra tutte queste fanciulle giovani e vecchie nude intente in esagerati atti osceni in ogni film e telefilm… umilianti troppo spesso… Non s’intende più come mai il gabinetto dei misteri al MANN richiami ancora l’attenzione come fosse un’audacia oscena… Bisognerebbe parlare di più delle Madri non assassine, che pare siano una vera rarità – il loro eroismo così difficile e misconosciuto le rende ora il terzo sesso (se pure esistono) per importanza nella libera narrazione del terzo millennio. Ma sono loro come sempre che portano avanti il mondo e la civilizzazione. Sin dal tempo dei campi coltivati.
E quindi: parliamo di più di pace, di Europa, di donne, e – perché no – dell’invito del Presidente Mattarella a sdoganare la ragione nella vita politica. Che ci si dica quale che si vuol fare, invece che “votami che son bello e puro”. Si ragioni su quel che riporterà l’Italia alla Destra, con l’ultima sciagurata defezione dei neobertinottiani… Ma in fondo, ricominceremo a sentir parlare di masquerade, arabesque e festini invece che di lotte fratricide… ed era certo meglio Arcore che il papà della Boschi. Chi ricorda che Arcore era la casa del Marchese Casati? Quiz a premi…
L’Italietta delle regioni è forse proprio il nostro destino. Non siamo capaci di essere una Nazione, caro Padre Dante; nulla da fare, Germania e Francia ci devono sempre mangiare in casa.

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