Mese: Dicembre 2013

L’Unione Europea come fulcro di irradiamento della libertà – Il ruolo del Parlamento

di  Guglielmo Trupiano

Come Roma è stata la punta di diamante dalla quale si irradiava la civiltà e l’estensione della cittadinanza alle altre popolazioni, i soci, così l’Unione europea è, attualmente, fulcro di irradiamento dei diritti civili e delle libertà a livello internazionale.

L’Unione europea opera su diversi fronti nel campo della pace e della salvaguardia della democrazia[1], sia all’interno che all’esterno delle proprie frontiere, attraverso determinati strumenti che estendono l’influenza europea a livello globale, proiettandosi su scenari geopolitici lontani, attraverso la Politica Estera Comune e lo strumento del SEAE, ma anche vicini, seguendo l’ottica del buon vicinato.

Secondo accreditate fonti di letteratura di settore, l’Unione europea è, effettivamente, uno dei migliori peacekeeper del mondo e questa considerazione si basa, in realtà, sulla scia della ragione stessa dell’Unione europea, ovvero la necessità di un’unione per superare la nefasta tradizione continentale di guerre. In un lasso di tempo relativamente breve, il Vecchio Continente è divenuto stabile, pacifico, volto alla cooperazione.

È sempre di estremo interesse valutare come lo stesso mito fondativo dell’Europa, ovvero il Ratto dell’omonimo personaggio femminile mitologico, nasca da una situazione di guerra – in questo caso di violenza – per poi concludersi poeticamente.

Da sempre, in realtà, in Europa sono stati studiati strumenti diplomatici per garantire una certa stabilità, come i matrimoni, ad esempio, tra le case reali, oppure i finissimi bilanciamenti di strategie sottese.

Oggi, l’Unione europea utilizza nuovi strumenti nei quali il Parlamento europeo svolge un ruolo di capillare monitoraggio e garanzia di stabilità ed equità, come per quanto riguarda il Servizio europeo per l’azione esterna, il SEAE[2], nato nel 2011 con il Trattato di Lisbona, per il quale il Parlamento a più riprese ha sottolineato la necessità che sia sottoposto al controllo politico e di bilancio ed ha anche richiesto la necessità di equilibrio geografico nelle sue assunzioni[3]; un altro caso è costituito dalle politiche di vicinato, con particolare riferimento al sostegno politico e finanziario nel caso della Primavera araba[4]. Altri casi di analogo impegno del Parlamento europeo[5] sul fronte del buon vicinato e dell’allargamento sono, ad esempio, l’EURONEST[6], iniziativa del Parlamento europeo che si configura come nuova assemblea parlamentare che permette di riunire i deputati al Parlamento europeo ed i membri del partenariato orientale o le spinte propulsive nei negoziati con la Turchia[7] e con l’ex Repubblica iugoslava di Macedonia[8].

Gli accordi commerciali sono ulteriori strumenti di diffusione dei valori democratici e, sempre in virtù del Trattato di Lisbona, è necessaria l’approvazione del Parlamento prima dell’entrata in vigore di accordi commerciali e di partenariato dell’UE con paesi o regioni extra-UE[9].

Il ruolo dell’UE nel mondo non si limita solamente a queste attività “classiche” o, ancora meglio, acclarate, di diplomazia e di geopolitica, in quanto l’UE svolge un ruolo capillare nella salvaguardia delle libertà civili anche attraverso ulteriori margini di azione, estendendo dunque il proprio influsso benefico anche nelle zone extra UE. È necessario partire dal presupposto, stabilito in un comunicato del 2 dicembre 2013, per il quale “Dal 2009, il Parlamento si è impegnato affinché chiunque viva nell’UE goda degli stessi diritti di base e della libertà di circolazione, sottolineando che la crisi economica e finanziaria non deve essere usata come pretesto per limitarli”[10]. Dunque, anche il fronte delle libertà civili, della privacy e della protezione dei soggetti più deboli, si configurano come tematiche che sono essenzialmente rivolte all’interno dell’Ue ma che hanno, a ben vedere, un influsso anche nella zona extra UE come, in primis, attraverso la prevenzione degli abusi on line e il perseguimento delle vittime minorenni con misure più severe, con un conseguente scoraggiamento nelle attività illecite e pedopornografiche[11].

Un altro grande settore dove l’impatto dell’UE nel mondo è imponente è la lotta alla tratta di esseri umani, specialmente nei campi dell’industria del sesso e dello sfruttamento della manodopera[12].

In un mondo sempre più globalizzato dove le interconnessioni sono ormai calcolabili solo attraverso algoritmi, l’UE si è imposta nel campo della “Protezione della privacy, dei dati personali e della libertà di Internet”, come definisce l’omonimo paragrafo del Comunicato[13]:

“La regolamentazione e limitazione della raccolta massiccia di dati personali da parte di social network, motori di ricerca e altri fornitori di servizi online e, nel contempo, la riduzione della burocrazia per le imprese hanno costituito una parte importante del lavoro del Parlamento per un cambiamento radicale delle norme sulla protezione dei dati nell’UE.

I deputati della commissione libertà civili hanno sostenuto una proposta che pone i possessori di dati personali al centro della nuova normativa, assicurando che questi sappiano esattamente quali informazioni personali sono raccolte e a quali scopi. I cittadini europei avrebbero inoltre il diritto a rettificare o cancellare i loro dati personali, mentre il loro esplicito consenso sarebbe necessario per consentirne qualsiasi trattamento.

Secondo i deputati, le sanzioni pecuniarie inflitte alle imprese che non rispettano le norme dovrebbero essere rese più severe (e ammontare a fino al 5% del fatturato annuo a livello mondiale).

I deputati hanno anche inserito nuove garanzie per i trasferimenti di dati verso paesi terzi al di fuori dell’UE. Se un governo non-UE chiede una società (ad esempio motore di ricerca, social network o fornitore di cloud) di rivelare informazioni personali trattati nell’UE, l’impresa dovrebbe chiedere l’autorizzazione all’autorità nazionale per la protezione dei dati prima di trasferire tutti i dati. L’azienda avrebbe anche informare l’interessato di tale richiesta.

Il Parlamento ha assunto inoltre l’iniziativa di aprire un’inchiesta approfondita sui programmi di sorveglianza degli Stati Uniti, tra cui le intercettazioni dei locali dell’UE e altre attività di sorveglianza svolte da Stati membri dell’UE.

Il Parlamento ha forzato la rinegoziazione di un Accordo con gli Stati Uniti sull’accesso ai dati personali dei passeggeri del trasporto aereo a maggio 2010 al fine di rafforzare la salvaguardia della privacy. Quando i passeggeri dell’UE viaggiano negli Stati Uniti, in Australia o in Canada, le Autorità di tali paesi hanno la possibilità di registrare dati quali nomi, indirizzi o numeri di carta di credito. I deputati al Parlamento europeo sono però riusciti a imporre limiti più rigorosi ai periodi di conservazione dei dati e migliori misure di tutela per evitare abusi. Per esempio, le Autorità non hanno accesso diretto alle banche dati dei vettori aerei.

Il Parlamento ha inoltre ottenuto modifiche a un Accordo con gli Stati Uniti sulla condivisione dei dati bancari, il “Terrorist Finance Tracking Program” (programma di controllo delle transazioni finanziarie dei terroristi, TFTP). A luglio 2010, 5 mesi dopo aver respinto l’accordo iniziale, i deputati hanno approvato nuove disposizioni per rafforzare la privacy e la protezione dei dati. È stata la prima volta che il Parlamento si è dimostrato forte e ha ottenuto modifiche all’accordo internazionale grazie ai nuovi poteri acquisiti nel 2009.

Il Parlamento europeo ha respinto l’ACTA, l’ Accordo commerciale anticontraffazione di alto livello sulla protezione internazionale del diritto d’autore in considerazione delle preoccupazioni sulla privacy e sulle limitazioni della libertà dei normali utenti di Internet che avrebbero persino potuto portare a sanzioni penali per la condivisione di film online. Si tratta del primo Accordo commerciale internazionale rifiutato dal Parlamento europeo in virtù dei nuovi poteri attribuitigli dal Trattato di Lisbona.

L’Unione europea si è inoltre impegnata per migliorare la protezione dei cittadini dai reati online, rendendo più severe le sanzioni contro i responsabili di attacchi informatici e chiedendo alle principali società di segnalare gravi violazioni dei dati nei loro sistemi”[14].

Tuttavia, l’Unione europea e, più in particolare, il Parlamento europeo, riempiono di contenuti questi principî democratici, attraverso una continua e permanente attività dedita alla “Promozione di diritti umani, democrazia e Stato di diritto”, come recita l’omonimo paragrafo nella cartella stampa “Commercio e affari esteri”:

“Il premio annuale Sakharov per la libertà di pensiero è diventato il più visibile simbolo della strenua difesa dei diritti umani e della democrazia da parte del Parlamento europeo. Nel 2011, è stato assegnato a cinque attivisti della Primavera araba, sottolineando l’importanza attribuita dal Parlamento europeo alle storiche rivolte nel Mediterraneo meridionale sin dal loro inizio. Nel 2012 il Premio è stato assegnato a due attivisti iraniani e nel 2013 a Malala Yousafzai, l’attivista pakistana per l’istruzione per le ragazze.

Grazie alle proprie azioni chiare e determinate nel campo dei diritti umani, il Parlamento europeo ha ottenuto una notevole visibilità nel mondo. Questo ha contribuito a mettere in evidenza e a fermare chiari casi di violazioni dei diritti umani perpetrate ai danni di individui e gruppi.

Nel corso della legislatura, il Parlamento europeo ha lavorato per promuovere i valori chiave dell’Unione europea mediante le sue 40 delegazioni presso i parlamenti di Paesi non appartenenti all’UE e le Assemblee parlamentari multilaterali. I deputati al Parlamento europeo hanno partecipato a oltre 30 missioni di monitoraggio elettorale nel mondo dal 2009, tra cui le elezioni generali in Sudan nel 2010, le elezioni dell’assemblea costituente in Tunisia nel 2011 e le elezioni parlamentari in Georgia nel 2012 , contribuendo a rafforzare l’adesione ai processi politici democratici, trasparenti, equi e liberi” [15].

Stando alla dichiarazione dei Presidenti dei Parlamenti dell’Unione europea di Copenhagen, 2006, “Lo sviluppo delle istituzioni parlamentari è sinonimo di democratizzazione e il loro corretto funzionamento è un requisito fondamentale della democrazia. Gli scambi tra i parlamenti rafforzano e consolidano la loro missione in ogni paese e contribuiscono alla diffusione dei valori democratici a livello mondiale. La cooperazione tra i parlamenti a diversi livelli di sviluppo costituisce quindi uno strumento fondamentale di promozione della democrazia”[16] ed è in questa “ratio” che deve essere inserito l’OPPD, l’Ufficio per la promozione della democrazia parlamentare che nasce nel 2008 alle dipendenze della Direzione generale delle Politiche esterne del Parlamento europeo. L’Ufficio sviluppa importantissime azioni di institution building e capacity building sulla scorta delle richieste dei parlamenti delle nuove democrazie che si rivolgono all’assemblea parlamentare comunitaria la quale persegue ed implementa queste azioni nel pieno spirito tipicamente europeo di condivisione delle best practices.

Come già citato, il premio annuale Sakharov[17] per la libertà di pensiero è la punta di diamante delle politiche esterne del Parlamento europeo nel campo della salvaguardia dei diritti civili, in primis quella della libertà di pensiero. È estremamente simbolico il nome di questo premio, nato nel 1988, conferito per la prima volta, a titolo postumo, a Nelson Rolihlahla Mandela e Anatoli Marchenko. Il premio è infatti intitolato all’inventore della bomba ad idrogeno, insignito del Premio Nobel per la Pace nel 1975, il quale combatté strenuamente per sensibilizzare al pericolo della corsa agli armamenti, ben conscio delle potenziali e conseguenti devastazioni, giungendo al Trattato sugli armamenti nucleari del 1963 e che fu considerato un dissidente sovversivo. Sakharov istituì un comitato per la difesa dei diritti dell’uomo e delle vittime delle persecuzioni politiche, divenendo uno dei simboli del coraggio e della forza per la salvaguardia dei diritti umani e della libertà di pensiero.

Ogni anno, in ricorrenza della data della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo delle Nazioni Unite del 1948, a Strasburgo una cerimonia solenne celebra il vincitore del Premio Sakharov che “riconosce l’impegno di personalità di spicco distintesi nella lotta contro l’intolleranza, il fanatismo e l’oppressione. Seguendo l’esempio di Andreï Sakharov, i vincitori del premio a lui intitolato testimoniano di quanto coraggio sia necessario per difendere i diritti dell’uomo e la libertà di espressione”, come spiega sempre il sito web dedicato, che riporta anche un’interessante carrellata dei vincitori dalla prima edizione del Premio sino ai giorni nostri[18]. Quest’anno l’edizione 2013 è stata conferita a Malala Yousafzai[19]: “Con l’assegnazione del premio Sacharov a Malala Yousafzai, il Parlamento europeo riconosce l’incredibile forza di questa giovane donna. Malala coraggiosamente sostiene il diritto di tutti i bambini a un’equa istruzione. Tale diritto è troppo spesso trascurato quando si tratta di ragazze” ha dichiarato Martin Schulz, come riportato dal sito web del Parlamento europeo, in un comunicato del 10 ottobre 2013, la vigilia della Giornata internazionale del Bambino e della Ragazza, come prosegue la medesima dichiarazione: “Domani, 11 ottobre, ricorre la Giornata internazionale del bambino e della ragazza e vorrei ricordare che circa 250 milioni di ragazze nel mondo non possono recarsi liberamente a scuola. L’esempio di Malala ci ricorda i nostri doveri e la responsabilità per il diritto all’istruzione dei bambini. Questo è il miglior investimento per il futuro”[20].

Il Premio Sakharov è dunque uno degli elementi più visibili dell’azione dell’UE e, più in particolare, del Parlamento europeo, che sintetizza la poliedricità di quest’ultima istituzione. Il significativo video del Parlamento europeo, dedicato al premio e creato in occasione della campagna informativa delle elezioni, ricorda: “Siamo tutti difensori di diritti umani. Da 25 anni il Parlamento europeo è in prima linea nella difesa di questi diritti fondamentali”[21], evidenziando dunque come, sostenendo il Parlamento europeo, ogni attività, azione, strategia, politica, premio, rivolti alla salvaguardia dei diritti umani ed all’aumento dell’influenza dell’UE nel mondo per raggiungere acquis comunitari, sia anche merito di ogni singolo cittadino dell’UE.

È anche per questo che è importante esercitare il proprio diritto di voto alle elezioni al Parlamento europeo, specchio del cuore dell’Europa. I cittadini europei, attraverso la propria assemblea rappresentativa, possono contribuire al mantenimento della stabilità, della pace e della promozione dei diritti civili e della libertà di pensiero che, in primis, ha contribuito a rendere questo piccolo Continente il crogiolo delle intelligenze che hanno portato all’avanzamento dell’umanità e allo sviluppo delle istituzioni democratiche.

 



[4] “Commercio ed affari esteri”, pag. 3

[5] ibidem

[9] Commercio ed affari esteri”, pag. 2

[11] Ibidem

[12] Ivi

[13] Ibidem, pag. 2

[15] Ibidem

[19] “Malala Yousafzai, la studentessa sedicenne di Mingora nel distretto di Swat, in Pakistan, è salita alla ribalta per la sua battaglia per i diritti delle donne nella valle dello Swat, dove il regime talebano ha vietato alle ragazze di frequentare la scuola” spiega il Parlamento europeo in un comunicato stampa http://www.europarl.europa.eu/pdfs/news/expert/infopress/20131009IPR21810/20131009IPR21810_it.pdf

Si consiglia anche il video http://www.youtube.com/watch?v=KoJv6nQt4WE&feature=youtu.be


L’Europafest (4, 5)

di Carmen Stellato

4. Nel corso degli anni il FEZ non ha modificato i suoi obiettivi e la sua natura. In quanto istituzione che tiene e conto e rispetta quanto enunciato nel Kinder- und Jugendhilfegesetz, il FEZ elabora proposte ed attività che incoraggiano e contribuiscono allo sviluppo individuale dei giovani insieme alle loro famiglie e all’abbattimento delle barriere innalzate dai pregiudizi e dalle discriminazioni.

 

Dal punto di vista giuridico il FEZ si configura come una società di pubblica utilità con responsabilità limitate, il cui unico socio è la regione (più propriamente Land) Berlino.

85 dipendenti (in realtà il termine utilizzato è “collaboratori”), un numero variabile di tirocinanti, stagisti e apprendisti, collaboratori esterni, pedagoghi, giardinieri, istruttori di nuoto, insegnanti di teatro, organizzatori di eventi e tante altre figure professionali contribuiscono alla gestione, all’organizzazione e al buon funzionamento del Kinder- und Jugendfreizeitzentrum Wuhlheide – Landesmusikakademie – gBmbH1.

Il FEZ si autodefinisce come un’istituzione radicata nella regione Berlin-Brandeburg che opera quale centro sovraregionale (nel senso che si rivolge non solo a coloro che risiedono all’interno del Land Berlin-Brandeburg, bensì a chiunque), luogo per il tempo libero, di formazione, di incontro e di eventi, che sviluppa relazioni internazionali grazie alla sua apertura a tutti gruppi sociali ed etnici. La gestione è organizzata in tre settori differenti: il centro per bambini e ragazzi, l’accademia musicale e le piscine (sia la piscina coperta che la scoperta)2.

Gli obiettivi prefissati sono conseguiti adottando metodi partecipativi e democratici che aiutano a formare la personalità dei giovani secondo principi di comprensione, tolleranza e rispetto. Sempre nell’interesse dei ragazzi ci si pone l’obiettivo di sviluppare in loro capacità critiche, il senso del dovere e della responsabilità sociale, essendo così in grado di sviluppare un grado di autonomia e di indipendenza3.

Elemento centrale per la vita culturale di bambini e ragazzi di Berlin-Brandeburg, impulso e stimolo a livello federale, quest’istituzione vuole essere un punto di riferimento per la vita di famiglia, nel tempo libero e nel lavoro, un sostegno ed aiuto nell’educazione e formazione dei ragazzi. A tale scopo aiuta, in qualità di partner, le scuole di Berlino nel compimento dei doveri formativi, in quanto luogo di apprendimento extra-scolastico. Attraverso le numerose collaborazioni allarga e rafforza la rete di contatti in tutti i campi di interesse del Jugendarbeit a Berlino e mette a disposizione dei partner gli spazi e gli aiuti necessari per realizzare le proprie idee4. La struttura persegue i suoi obiettivi attraverso l’utilizzo di risorse economiche provenienti dalla regione e da mezzi propri, grazie ai finanziamenti provenienti dai fondi federali ed europei così come da sponsorizzazioni e donazioni. L’obiettivo è di riuscire a coprire le spese cercando di aumentare le fonti economiche provenienti da terzi. Inoltre, in quanto struttura che offre dei servizi, il FEZ dichiara di mettere le competenze e le risorse di cui dispone a disposizione dei partner e degli organizzatori di eventi al fine di aumentare il grado di autonomia di copertura delle spese5.

Le numerose proposte del FEZ riguardano i seguenti campi:

  • tecnica
  • scienze naturali
  • ecologia
  • alimentazione
  • arti dello spettacolo
  • arti figurative
  • danza
  • musica
  • sport
  • educazione ai media
  • educazione alla politica
  • pedagogia

e si concretizzano in:

  • fine settimana, grandi manifestazioni ed eventi incentrati su un tema prestabilito e di volta in volta differente
  • corsi ed attività durante festività e vacanze
  • progetti con scuole ed asili
  • incontri internazionali
  • laboratori
  • assistenza ai gruppi di giovani auto-organizzati
  • corsi di formazione e di pratica per alunni, studenti e tirocinanti
  • corsi di aggiornamento per i genitori
  • concerti, spettacoli teatrali e film per bambini e ragazzi
  • concerti per studenti
  • mostre soprattutto interattive per bambini e ragazzi
  • workshop, corsi e gruppi di lavoro
  • corsi di aggiornamento e perfezionamento per musicisti, musicisti dilettanti, pedagoghi in campo musicale e maestri
  • incontri e dibattiti
  • convegni, conferenze, laboratori, colloqui, seminari, congressi
  • locazione, a terzi, degli spazi per l’organizzazione di convegni ed eventi
  • noleggio di materiali in caso di necessità da parte di altre organizzazioni che si dedicano a bambini e ragazzi6.

Nel corso degli anni il FEZ ha saputo creare e mantenere salda una fitta rete di relazioni (con scuole, istituzioni, associazioni, società, fondazioni, ambasciate, aziende) che gli ha permesso non solo di acquisire sempre più prestigio e migliorare la sua immagine a livello regionale, federale ed internazionale, ma anche di ottenere grandi entrate monetarie7. Ciò è stato possibile grazie a principi quali tolleranza, sincerità, creatività e fiducia che hanno da sempre caratterizzato e caratterizzano ancora il suo rapporto con partner, sponsor, visitatori ed ospiti8.

Tutti coloro che lavorano all’interno del FEZ, siano essi dipendenti o tirocinanti, sono organizzati in team tra loro collegati ma indipendenti, nel senso che ognuno gode di autonomia propria ma è pronto ad offrire il proprio aiuto in caso di bisogno9. Da quanto riportato finora si evince chiaramente che alla base dell’organizzazione vi è un forte orientamento umanitario: vivere e lavorare in un ambiente pacifico e in armonia con gli altri, scoprendo e sviluppando il potenziale proprio e degli altri secondo principi quali il rispetto reciproco e la tolleranza, preservando l’unicità di ognuno e sviluppando idee volte al miglioramento e al cambiamento futuro10.

5. Abbiamo già chiarito e descritto cos’è l’Europafest,ma è opportuno fare ulteriori precisazioni a proposito di come nasce e della sua evoluzione dalla prima edizione del 2004 ad oggi, al fine di comprendere al meglio l’evento oggi.

L’Unione Europea dedica ogni anno ad un determinato tema con lo scopo di sensibilizzare i cittadini riguardo una questione specifica. Durante l’anno le istituzioni europee e di ciascun Stato membro intraprendono azioni sul piano legislativo, politico e sociale in linea con la tematica prescelta. L’iniziativa nacque nel 1983, battezzato “Anno europeo delle PMI”, e il successo che ne derivò fu tale che si decise di continuare ad usare lo strumento dell’anno europeo negli anni successivi. La scelta del tema può provenire dalla Commissione europea (in base all’importanza dell’argomento o l’interesse che suscita), dal Parlamento europeo o dal Consiglio. Successivamente il Parlamento e il Consiglio congiuntamente adottano la proposta attraverso un’apposita decisione. Una volta approvata, la Commissione europea si assume la responsabilità dell’organizzazione dell’evento. Oltre ad essere un modo per sensibilizzare e avvicinare i cittadini a tematiche di portata europea è anche un’opportunità per l’Europa e gli Stati per capire di cosa ha bisogno la società.

Dal momento che l’Europafest si inserisce all’interno dell’Europawoche, e poiché la stessa Europawoche nasce con l’intento di celebrare l’Unione Europea, l’evento realizzato dal FEZ è incentrato sul tema dell’anno europeo di riferimento.

Nella prima edizione del 2004 (anno europeo dell’educazione attraverso lo sport), il FEZ propose numerose e diverse attività con il motto “Fit für Europa” (ossia “In forma per l’Europa”) e proseguì seguendo la stessa linea d’azione per gli anni successivi. Il successo riscosso già alla prima edizione fu notevole, come riportò anche il quotidiano tedesco “Der Tagesspiegel”: più di 30.000 visitatori durante il fine settimana nonostante il tempo instabile. Il raggiungimento di tale risultato fu sicuramente dovuto ad un ottimo piano di comunicazione e di promozione che prevedeva non solo l’utilizzo di cartelloni pubblicitari e flyer, ma anche pubblicità nelle metropolitane e una collaborazione con i media, in particolare le stazioni radio Hundert,6 e 88,8 seguirono l’evento per l’intera giornata. Il risultato fu comunque talmente alto da indurre gli organizzatori a prendere la decisione di ripetere l’evento negli anni successivi. L’idea di fondo sarebbe rimasta la stessa, ovvero organizzare il tutto tenendo presente il tema dell’anno europeo in corso, proponendo attività interattive e stimolando, così, alla partecipazione e allo stesso tempo educando.

Nel 2008 il tema dell’anno era il dialogo interculturale e a tal fine l’Europafest si proponeva di raggiungere i seguenti obiettivi: mostrare la varietà della cultura europea, informare riguardo le possibilità e le opportunità che offre l’Europa, rafforzare il dialogo interculturale, presentare la vicina Polonia, abbattere i ponti tra Paesi, culture e lingue europee. L’evento avrebbe previsto momenti di attività pratiche, momenti di discussione e di informazione su tutti i Paesi dell’Unione Europea. Inoltre sarebbero stati presentati i due nuovi Paesi membri: Bulgaria e Romania. Se il tema del festival era l’Europa nel suo insieme, la Bulgaria, la Romania e la Polonia costituivano i punti chiave dell’Europafest del 2008. in collaborazione con le ambasciate e gli istituti di cultura dei tre Paesi si prevedeva: presentare le diverse città e regioni, dare informazioni di tipo turistico, far conoscere i prodotti tipici (anche specialità culinarie), organizzare diverse mostre (sui bambini e la famiglia, la cultura, la storia, l’economia, la flora e la fauna, i rapporti con l’Unione Europea), presentare artisti bulgari, rumeni e polacchi (moderni e non: musica, canto, ballo, artigianato) e i giochi per bambini in Romania, Bulgaria e Polonia.

Le numerose attività sarebbero state divise in dieci aree: area informazioni sull’Europa (sia sulle istituzioni che sui Paesi, attraverso materiale cartaceo ma anche mostre e proiezioni di video); area Berlino (in cui sarebbero stati presentati i progetti in ambito europeo della città di Berlino e dintorni); isola politica (con l’allestimento di un Europa-Info-Point dove reperire informazioni sul funzionamento del Parlamento europeo e dei diversi partiti e sulle politiche europee messe in atto dal governo federale); area interattiva sull’Europa (ad es. comporre un puzzle posizionando bandiere, fiumi, mari, attrazioni turistiche, tipici piatti, nomi, auto, ecc.; costruire la carta geografica dell’Europa; creare e colorare le diverse bandiere); percorso sull’Europa (durante il quale poter scoprire la cultura dei diversi paesi); area delle specialità europee (dove poter assaggiare le specialità culinarie di diversi Paesi); percorso storico (dove imparare la storia d’Europa e simboli dell’Unione Europea e dei suoi Paesi); area sportiva (pr conoscere gli sport più praticati in ogni Paese); area circo (dove viene presentata la cultura circense in ogni suo aspetto; tema ambientale. Era previsto anche una sorta di programma teatrale anch’esso articolato in sub-aree: area danza (con gruppi di ballerini provenienti da alcuni dei Paesi dell’Unione Europea che oltre ad esibirsi coinvolgevano gli spettatori con attività interattive) e un’area in cui si raccontavano fiabe, racconti e storie tipiche dei diversi Paesi.

Il 2009 fu l’anno europeo della creatività e dell’innovazione, ma il FEZ decise di porre l’attenzione su un altro tema altrettanto importante in quell’anno: le elezioni al Parlamento europeo. Il motto era “Berlin wählt Europa” (“Berlino vota Europa”) e l’obiettivo era quello di fornire maggiori informazioni alle famiglie e nello stesso tempo educare i bambini e i ragazzi al tema politico, spiegando loro il funzionamento e i compiti del Parlamento europeo e in che modo i cittadini influenzavano le sue decisioni. I candidati insieme ai partiti rappresentati nel Parlamento tedesco e i parlamentari europei erano presenti all’evento illustrando i loro programmi e fornendo informazioni in appositi stand. Accanto a questo aspetto prettamente politico rimasero invariate le aree già previste negli anni precedenti con le numerose attività interattive ed educative.

A fare da sfondo all’Europafest del 2010 fu il motto “Europa in Vielfalt geeint” (“L’Europa unita nella diversità”) con il quale si diede particolare importanza ai temi sociali e alla diversità religiosa, come anche al tema del cambiamento climatico in Europa. La suddivisione dell’offerta in aree rimase pressoché invariata ma furono introdotti altri giochi ed attività, ad esempio la messa in palio di un viaggio a Torino per la famiglia che avrebbe vinto l’Europa-Familien-Quiz. Complessivamente si registrò un afflusso di circa 14.000 visitatori per entrambi i giorni, nonostante le temperature molto basse e la presenza di altri eventi nei quartieri vicini.

Il 2011 fu invece l’anno europeo del volontariato, tema molto caro al FEZ dal momento che si potrebbe dire che esso vive grazie al lavoro dei volontari, dai tirocinanti e gli stagisti ai volontari che ogni anno giungono al FEZ, tanto che il motto proposto per l’edizione di quell’anno fu “Freiwillige: Helden von heute” (“Volontari: eroi di oggi”). Tra gli obiettivi del progetto accanto a quelli tradizionali vi erano: l’impegno nel campo del volontariato in Europa e in particolare a Berlino, la politica ambientale in UE e le energie rinnovabili, la diversità sociale e religiosa in Europa e i progetti di integrazione per gli immigrati in particolare nella città di Berlino. Rispetto all’anno precedente il numero di visitatori crebbe, passando a 16.000, esattamente 8.000 per ciascuna giornata.

“Generation Europa” è il motto che fece da sfondo all’ottava edizione dell’Europafest nell’ambito dell’Europawoche del 2012, anno europeo per un invecchiamento attivo e solidarietà tra le generazioni. Proprio per questo tema fu allestito una sorta di Cafè, chiamato “Cafè ohne (Alters) Grenzen” (“Cafè senza limiti (di età)”) aperto a tutti dove poter praticare diverse attività ricreative insieme o fare giochi sul tema Europa e discutere di importanti temi sociali e politici. Inoltre, accanto al tradizionale Europa-Parcours fu allestito un altro percorso chiamato “Mehr-Generationen-Parcours” dove giovani e adulti avrebbero dovuto partecipare insieme per poter giocare e vincere. Oltre al tema dell’anno il FEZ decise che i sei Paesi fondatori dell’Unione Europea (Belgio, Germania, Francia, Lussemburgo, Italia e Paesi Bassi) si sarebbero presentati con le loro specialità culinarie, la cultura, le attrazioni turistiche, le leggende, la geografia e altri temi di attualità al fine di avvicinare i visitatori alle loro realtà. Ulteriore tema dell’Europafest sarebbe stata la Danimarca, sia perché è uno dei Paesi con cui confina la Germania sia perché la presidenza del Consiglio dell’Unione Europea era tenuta dalla Danimarca per i primi sei mesi del 2012. Il Paese fu presentato come “Paese dei ciclisti”, furono presentati tantissimi diversi modelli di biciclette e fu allestita un’area Lego dove potersi divertire con le costruzioni Lego. Per questa edizione purtroppo si registrò il più basso numero di visitatori mai avuto nella storia dell’Europafest: solo 2.500 il sabato e 5.500 nella giornata di domenica.

Nel 2013 si è tenuta la nona edizione dell’evento il cui motto è stato “Du bist Europa!” (“Tu sei l’Europa!”) per sottolineare l’importanza dell’essere cittadino dell’Unione Europea e presentare il tema di quest’anno:l’anno europeo dei cittadini. Come per l’anno precedente si è deciso di presentare la cultura e le tradizioni, sempre attraverso attività interattive, di tre Paesi membri dell’Unione Europea: Paesi Bassi, Spagna e Malta. Il Paese che, invece, ha sostituito la Danimarca è stata l’Irlanda (in quanto ha tenuto la presidenza del Consiglio dell’Unione Europea per i primi sei mesi dell’anno in corso) con un’offerta molto variegata di proposte e attrazioni non solo per i bambini ma anche per gli adulti quali mostre fotografiche, giochi tradizionali, musica popolare, figure mitologiche e leggendarie. Il tema dell’anno europeo è stato inserito tra le numerose tradizionali attività con un gioco situazionale in cui bambini e adulti sono chiamati a fare un gioco di squadra con l’obiettivo di risolvere problemi inerenti il buon funzionamento della società; solo riuscendo a trovare una soluzione ad ogni problema essi ricevono un attestato da Solone di Atene, il padre della democrazia, che attesta che essi sono dei buoni cittadini.

1Leitbild, Das FEZ-Berlin. Kinder-, Jugend- und Familienzentrum. Landesmusikakademie Berlin (Präambel), 2006

2Leitbild, Das FEZ-Berlin. Kinder-, Jugend- und Familienzentrum. Landesmusikakademie Berlin (Unsere Einrichtung), 2006

3Leitbild, Das FEZ-Berlin. Kinder-, Jugend- und Familienzentrum. Landesmusikakademie Berlin (Unsere Ziele), 2006

4Leitbild, Das FEZ-Berlin. Kinder-, Jugend- und Familienzentrum. Landesmusikakademie Berlin (Unsere Bedeutung), 2006

5Leitbild, Das FEZ-Berlin. Kinder-, Jugend- und Familienzentrum. Landesmusikakademie Berlin (Unsere materielle Basis), 2006

6Leitbild, Das FEZ-Berlin. Kinder-, Jugend- und Familienzentrum. Landesmusikakademie Berlin (Unser Angebot), 2006

7 Leitbild, Das FEZ-Berlin. Kinder-, Jugend- und Familienzentrum. Landesmusikakademie Berlin (Unsere Partner), 2006

8 Leitbild, Das FEZ-Berlin. Kinder-, Jugend- und Familienzentrum. Landesmusikakademie Berlin (Unser Auftreten), 2006

9 Leitbild, Das FEZ-Berlin. Kinder-, Jugend- und Familienzentrum. Landesmusikakademie Berlin (Unsere Arbeitsstruktur), 2006

10 Leitbild, Das FEZ-Berlin. Kinder-, Jugend- und Familienzentrum. Landesmusikakademie Berlin (Leitidee), 2006