di Redazione
Ci si meraviglia dello stato della scuola che ha sempre più difficoltà a rincorrere i tempi e le tecnologie? Come mai i giovani italiani partono per l’estero? Si sentono ben preparati o solamente fuggono?
Occorrerebbe discutere di più sulla scuola nella sua funzione pubblica e cambiare solo quel che davvero andrebbe cambiato – e poi basta per un po’. Essere vicini ai giovani nella società interculturale è orientare, non disorientare.
Ecco qualche frase su cui riflettere. Autore, Adolfo Scotto di Luzio, “Il Mattino” del 7 giugno 2018.
“Da anni, l’Italia non conosce una significativa battaglia culturale di rilievo nazionale, una discussione pubblica vasta ed articolata, sui programmi di insegnamento.
Il «che cosa» della scuola è arretrato fino a scomparire a vantaggio di generiche disquisizioni sul «come». Anche la famigerata digitalizzazione non è altro che una disputa intorno a degli strumenti e al loro impiego didattico. Ma per insegnare cosa?
Questa domanda è totalmente elusa dalle nostre politiche scolastiche. Non solo, ma alla dismissione culturale dell’istruzione nazionale da parte dello Stato ha corrisposto una progressiva dequalificazione della spesa pubblica per l’istruzione.”
La redazione pubblicherà brevi commenti inviati. (vedi più sotto)
GF Formazione Redazione A proposito della scuola… compito per le vacanze
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