Giordano Bruno: un filosofo che pensa per immagini (1)

di Clementine Gily Reda
Aby Warburg scrive a Toni Cassirer il 6 marzo 1929, “Giordano Bruno come un uomo che pensa per immagini”1. Toni è la moglie di Ernst Cassirer, il filosofo che nella Warburg Library aveva parlato del concetto di ‘idea’ in Platone, argomentando che la parola, così vicina ad eidola – idola, figure – non avesse per Platone quel senso che poi platonici ed aristotelici hanno dato alla parola ‘idea’: è quello d’oggi – un che di astratto – una parola… e tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Avere una idea… ecco l’intellettuale!!
L’argomentazione di Cassirer invece dimostrava che già in Platone è possibile ritrovare l’importanza del pensiero simbolico, il punto centrale della sua filosofia (Filosofia delle forma simboliche). Così le ‘figure’ degli Dei che compaiono nel dialogo Lo Spaccio della Bestia Trionfante di Giordano Bruno, si dimostrano ‘statue’: cioè artefatti che si possono guardare nelle diverse prospettive offerte dai loro volumi, diversamente dalla pittura… come i simboli, hanno un loro senso ma consentono di creare da sé ogni volta la propria personale prospettiva.
Creare parole significative come simboli è dare spunti al pensiero. Lo è anche creare ‘parole nude’ dice Bruno, essenziali. Statue oppure Disegni. Pensiero simbolico è il mito, oggi tanto studiato da antropologie, letterature e filosofie storiche; ma lo è anche la parabola o la fiaba, l’esempio parlante sul palcoscenico dell’immaginario. Questa è breve e melodica, guida la ripetizione creativa dell’ascolto; l’altra, fonda sull’improvvisazione, sia nella forma della fuga o in quella del jazz, da Bach a Satchmo.
Nel pensiero mitico il passaggio tra magia, rito e sapere è continuo – l’esempio è Giordano Bruno e tanti uomini del Rinascimento – alchimia magia ed astrologia sono per loro una sola cosa con chimica, scienza ed astronomia. L’aristotelico Pietro Pomponazzi sostenne che la magia è un modello di ricerca scientifica alternativo al tomismo scolastico, al sapere geocentrico delle Accademie. Sarà il pensiero ‘moderno’ che inizia con Cartesio e Galilei a creare il muro tra scienza e filosofia facendo nascere l’Illuminismo e la scienza computata del pensiero binario, e con i suoi successi la convinzione che la Ragione poteva tutto. Una illusione che il Novecento scientifico ha abbandonato, senza vincere però lo scientismo, diventato informatico con una parzialissima interpretazione della grande risorsa del pensiero binario. Che fu conquista filosofica, argomentata in duemila anni di riflessioni… che per chi le conosce si dimostrano ancora attuali.


1 Da A. Warburg E. Cassirer, Il mondo di ieri, Aragno, Torino 2003; nell’Introduzione di Maurizio Ghelardi sono le citazioni indicate con la pagina, tolte da A. Warburg, Tagebuch der Kulturwissenschaftlichen Bibliotek Warburg, hrsg.v. K. Michels u. Ch. Schoell-Glass, Berlin 2001.

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