Categoria: Qualità della vita

Il ruolo dell’istruzione e della formazione nel miglioramento della qualità della vita.

Il caso delle politiche di integrazione promosse dalla repubblica Federale Tedesca.

di Amelia Bandini

Per definire il concetto di qualità della vita è necessario focalizzare almeno tre elementi: individuo, gruppo di appartenenza e contesto nel quale si realizza l’esistenza dell’individuo. Una buona qualità di vita è, secondo questa visione, l’insieme delle condizioni di vita favorevoli per vivere in armonia con la propria volontà e all’interno di un gruppo. Se prendiamo in considerazione un ambiente qualsiasi, ad esempio una città o una nazione,  una buona qualità di vita è commisurata alla misura nella quale la popolazione che vi risiede può fruire di una serie di vantaggi politici, economici e sociali che le permettono di sviluppare con discreta facilità le proprie potenzialità umane e condurre una vita relativamente serena e soddisfatta. In una società globale quale quella nella quale viviamo, caratterizzata da continui fenomeni migratori riconducibili ad una molteplicità di fattori,  una buona qualità della vita è misurabile anche in funzione del grado di integrazione delle diverse componenti che la caratterizzano. Parlare di qualità di vita in questo senso significa affrontare un argomento trasversale e multidisciplinare che comprende aspetti studiati in varie discipline della conoscenza.

Date le mie peculiari caratteristiche speculative, ritengo che uno degli elementi fondanti per raggiungere una buona integrazione e quindi una buona qualità di vita sia l’accesso ad un sistema formativo efficiente e soddisfacente, esso costituisce infatti a mio parere uno se non il più importante strumento di integrazione in una società multiculturale. Proverò quindi a parlare di qualità della vita, analizzando le problematiche legate al campo dell’istruzione e della formazione e il ruolo di quest’ultima nel processo di integrazione sociale, partendo dalle azioni promosse dal Parlamento Europeo nel campo della diffusione delle culture e delle lingue europee e riferendomi infine in particolare a quanto accade nella Repubblica Federale Tedesca.

A livello europeo un ruolo chiave in questo campo è svolto dalla Commissione Cultura e Istruzione del Parlamento Europeo, che promuove la diffusione della cultura europea e lo sviluppo di buone pratiche di istruzione e formazione, con particolare attenzione alle lingue europee portatrici di contenuti culturali. Essa è competente per:

1. gli aspetti culturali dell’Unione europea ed in particolare:

(a)    il miglioramento della conoscenza e della diffusione della cultura,

(b)    la protezione e la promozione della diversità culturale e linguistica,

(c)    la conservazione e la salvaguardia del patrimonio culturale, gli scambi culturali e la creazione artistica; 

2.    la politica dell’Unione europea nel campo dell’istruzione, compresi il settore dell’istruzione superiore europea, la promozione del sistema delle scuole europee e l’apprendimento in tutto l’arco della vita; 

3.    la politica dell’audiovisivo e gli aspetti culturali ed educativi della società dell’informazione; 

4.    la politica della gioventù e lo sviluppo di una politica dello sport e delle attività ricreative; 

5.    la politica dell’informazione e dei media; 

6.    la cooperazione con i paesi terzi nei settori della cultura e dell’istruzione e le relazioni con le pertinenti organizzazioni e istituzioni internazionali.

La Commissione svolge un ruolo pari a quello dei governi degli Stati membri per quanto concerne l’adozione di nuove leggi e la supervisione dei programmi dell’UE nei settori di sua competenza,  per i quali essa promuove eventi, azioni di supporto, finanziamenti. Fra le azioni della Commissione rientrano il programma Cultura 2007, che sostiene le Capitali europee della cultura, e il Programma Media 2007, che ha contribuito finanziariamente alla produzione di diversi film europei di successo[1]. La Commissione Istruzione e Cultura sostiene inoltre, nell’ambito dei programmi di apprendimento permanente, l’Erasmus +, il nuovo programma europeo per l’educazione, la formazione, i giovani e lo sport per gli anni 2014-2020, il cui obiettivo, come affermato da Androulla Vassiliou, Commissario europeo per l’Istruzione, la Cultura, il Multilinguismo e la Gioventù  “è quello di migliorare le competenze, lo sviluppo personale e l’occupabilità delle persone.[2].

Come risulta evidente già dagli ambiti di azione della Commissione Cultura e Istruzione, nell’ambito delle Istituzioni centrali europee si attribuisce un ruolo centrale al miglioramento della conoscenza, alla diffusione della cultura, alla protezione e promozione della diversità culturale e linguistica. I trattati dell’Unione europea conferiscono infatti alla Commissione il compito di sostenere e integrare le azioni intese a sviluppare la dimensione europea nell’istruzione, segnatamente con l’apprendimento e la diffusione delle lingue degli Stati membri. Ogni lingua è infatti portatrice di un sistema valoriale tipico della società che si esprime attraverso di essa ed è per questo che al centro delle politiche di integrazione di molti Stati membri viene posta proprio l’acquisizione della lingua ufficiale, prerequisito sia per l’avvio di un processo di integrazione nel paese di accoglienza, che, conseguentemente, per un miglioramento della qualità della vita degli immigrati. Nella Repubblica Federale Tedesca, ad esempio, l’istruzione, la formazione, ma soprattutto l’acquisizione di un buon livello di competenza linguistica (B1) sono al centro delle politiche di integrazione, in quanto indispensabili ai fini di un corretto inserimento nella vita sociale e lavorativa (Siegert, B., 2011),  come risulta evidente anche nel Piano Nazionale per l’integrazione varato nel 2007[3]. Esso è il frutto del lavoro congiunto di 90 persone, esperti di economia, delegati dello Stato tedesco, dei Länder, dei Comuni, delle Associazioni degli immigranti, personalità indipendenti ed è stato varato con lo scopo di favorire buone politiche per una immigrazione sostenibile attraverso azioni specifiche.

Da un’analisi quantitativa e qualitativa del Piano risalta immediatamente la posizione di preminenza attribuita alla formazione in generale ed alla competenza linguistica in particolare dei migranti, che rappresentano le chiavi di accesso al mercato del lavoro e alla vita sociale, in poche parole ad una migliore qualità della vita. I Gruppi di esperti che hanno messo a punto il Piano hanno lavorato su 10 temi riguardanti le politiche di integrazione, fra i quali 4 hanno direttamente a che fare con la cultura, la formazione e le competenze linguistiche ed un 5° con lo sviluppo della ricerca scientifica in generale, per la quale la Germania si propone come polo di attrazione di eccellenze internazionali:

  1. Integrationskurse verbessern (Migliorare i corsi di integrazione)
  2. Von Anfang an deutsche Sprache fördern (Promuovere la lingua tedesca dall’inizio)
  3. Gute Bildung und Ausbildung sichern. Arbeitsmarktchancen erhöhen (Assicurare una buona istruzione ed una buona formazione. Aumentare le possibilità di inserimento nel mercato del lavoro)
  4. Kultur und Integration (Cultura ed integrazione)
  5. Wissenschaft weltoffen (La scienza aperta sul mondo)

Già ad un riscontro quantitativo del testo emerge con chiarezza che le occorrenze riconducibili al campo semantico della Istruzione-Formazione sono le più numerose e sono poste in stretta correlazione con le occorrenze riconducibili ad altri campi semantici, come ad esempio quello del Lavoro-Economia. Al 42° posto della word list generale troviamo per esempio la parola “istruzione”, seguita al 77° dal termine “formazione”, mentre solo al 79° appare la voce “lavoro” e al 361° quella “occupazione”; anche le frequenze con cui queste parole ricorrono nel testo sono indicative, come emerge chiaramente dalla tabella 1.

Istruzione (Bildung) e formazione (Ausbildung) vengono poste in relazione in modo esplicito con integrazione, competenza linguistica e accesso al mercato del lavoro: Teile der zugewanderten Bevölkerungsgruppen beherrschen nur ungenügend Deutsch, sie schneiden in Bildung und Ausbildung schwächer ab und sind häufiger arbeitslos.  (Una parte dei gruppi di migranti non hanno una sufficiente padronanza del tedesco, non sono sufficientemente istruiti e formati e sono spesso disoccupati). Un primo passo verso l’integrazione viene compiuto attraverso la partecipazione agli Integrationskurse che prevedono 600 ore di Sprachkurs (corso di lingua) e 30 ore di Orientierungskurs (corso di orientamento) nel quale vengono rese note le

 

Tab. 1 Word List per Campi semantici Tot. Word Types 12416 / Tot. Word Tokens 84847

Rank

Freq

Word

Rank

Freq

Word

42

205

Bildung        istruzione

79

107

Arbeit         

Lavoro

77

108

Ausbildung       formazione

172

53

Arbeitsmarkt   

mercato del lavoro

89

99

Schulen            scuole

287

33

Qualifizierung    

qualificazione

98

90

interkulturelle

293

32

arbeiten     

lavorare

100

87

Sprachförderung 

promozione

dell’apprendimento

 linguistico

313

31

Wirtschaft    

economia

121

75

kulturellen

361

27

Beruf            

occupazione

127

72

Sprache      lingua

414

24

beruflichen

139

66

Kultur

670

16

ökonomie

144

64

kulturelle

785

13

berufliche

147

62

interkulturellen

846

12

Arbeitgeber     

datore di lavoro

152

61

Integrationskurse

850

12

Bundesarbeitsgemeinschaft  

 

basi dell’ordinamento giuridico, della cultura e della storia tedesca. Scopo di questi corsi, per i quali è previsto uno stanziamento ad hoc di 750 milioni di euro, è “Zugewanderten mit den Lebensverhältnissen in Deutschland so weit vertraut zu machen, dass sie ohne Hilfe und Vermittlung Dritter in Angelegenheiten des täglichen Lebens selsbständig handeln können”  (far conoscere agli immigrati le abitudini di vita tedesche in modo tale che essi possano fronteggiare la vita quotidiana senza l’aiuto di terzi): ancora una volta emerge il ruolo di primo piano per il successo del processo di integrazione attribuito alle competenze linguistiche. Per questa ragione nel Piano di Integrazione Nazionale ricorre così spesso il termine Sprachförderung  (promozione dell’apprendimento linguistico), contiguo a Bildung (istruzione) ed in relazione con Berufeinstieg (progressione lavorativa) e Schule , nel senso di istruzione scolastica precoce (von Anfang an), garanzia di una migliore qualità della vita: Um die Potenziale von Kindern und Jugendlichen mit Migrationshintergrund zu erschließen, brauchen diese die Chance auf bestmögliche Bildung. Gezielte Sprachförderung im Kindergarten und in der Schule verbessert von Anfang an die Aussicht auf Schulerfolg, Ausbildung, einen erfolgreichen Berufseinstieg und damit auf soziale Anerkennung (Al fine di far emergere il potenziale dei bambini e dei giovani provenienti da famiglie immigrate, occorre offrire la possibilità della migliore istruzione possibile. Un insegnamento della lingua a loro dedicato sia negli asili che nelle scuole offre sin dall’inizio maggiori possibilità di successo scolastico, formativo e lavorativo garantendo in questo modo un riconoscimento sociale). Una conferma definitiva dello stretto collegamento fra la promozione dell’apprendimento linguistico (Sprachförderung) e l’integrazione viene anche da un analisi dei collocati che vede l’occorrenza Integration come uno dei primi collocati del termine.

 

Rank

Freq

Freq(L)

Freq (R)

Stat

collocate

18

6

6

0

3.34

Integration

 

Concludendo, sembra evidente che l’istruzione e la formazione rappresentino la chiave di accesso per una integrazione sociale, culturale ed economica degli immigrati garantendo loro una buona qualità della vita: Bildung ist der entscheidende Schlüssel zur sozialen, kulturellen und wirtschaftlichen Integration (L’istruzione rappresenta la chiave di volta per l’integrazione sociale, culturale ed economica).

 

Bibliografia

 

Bildung in Deutschland.  Ein Indikatoren gestützter Bericht mit einer Analyse zu Bildung und Migration. Im Auftrag der Ständigen Konferenz der Kultusminister der Länder in der Bundesrepublik Deutschland und des Bundesministeriums für Bildung und Forschung, 2006 http://www.bmbf.de/pubRD/bildung_in_deutschland_2006.pdf

Schönwälder K., Mehr als nur symbolische Politik? Was vom Nationalen Integrationsplan für Arbeit und Bildung zu erwarten ist.  http://www.migration-boell.de/web/integration/47_1308.asp

Sezer, K.  Was wird unter Integration verstanden? Über diffuse Begriffe und populistische Stimmungsmacherei. http://www.migration-boell.de/web/integration/47_2674.asp

Siegert, B. (2011) Integration junger Erwachsener mit Migrationshintergrund als Aufgabe der Sozialpädagogik, Grin Verlag, Norderstedt, Deutschland

 

 

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Il diritto ad una vita di qualità

di Marianna Merola

Il Parlamento europeo riconosce la massima importanza al miglioramento della qualità della vita nell’UE tant’è che ha organizzato il tour dell’act react impact attraverso le maggiori città dell’Unione Europea. Il  ReAct tour, il 23 gennaio 2014, ha toccato la capitale italiana dove, in vista della presentazione a Bruxelles dell’EXPO 2015 che avrà come filo conduttore la qualità del cibo e gli aspetti economici ad esso legati insieme al miglioramento della qualità della vita, è stato scelto come tema centrale proprio la qualità della vita affinchè i cittadini non solo propongano, ma reagiscano alle politiche europee nell’area. Per qualità della vita si intende anche la possibilità di vivere in una società che rispetti l’ambiente e che sia in grado di affrontare le conseguenze dei cambiamenti climatici sulla salute e sulla vita quotidiana: la salute infatti, o almeno il diritto alla salute, fa parte di uno stile di vita più sano perciò si è parlato di qualità della vita e dello stile del saper mangiar sano.

La via europea per il benessere dei cittadini indica che il Parlamento europeo ha lavorato su un’ampia gamma di regole per migliorare la qualità della vita nell’Unione: «garantire farmaci sicuri ed accessibili e trattamenti medici, il rafforzamento dei diritti dei passeggeri, consentendo ai consumatori di acquistare cibo chiaramente e correttamente etichettati, riduzione delle emissioni di CO2 e di prevenire altre ambientale inquinamento, ma anche fare in modo che la privacy dei cittadini europei è protetto e al sicuro i propri dati».

In particolare, la qualità della vita come tema principale delle elezioni europee  è stata affidata all’Italia ma, secondo una recente analisi dell’ Oxfam, Organizzazione Non Governativa britannica, il nostro Paese è sceso all’ottavo posto nel mondo per la qualità e salubrità del cibo a causa della crisi economica che ha portato alla diffusione del cibo spazzatura, ovviamente meno costoso, nonché all’assunzione smodata di zuccheri e grassi. Il cibo rappresenta quindi uno dei fattori comunicativi della campagna elettorale dell’Italia: ecco perchè l’Europa punta ad un miglioramento del benessere dei cittadini che non riguarda solo cibo, ma anche l’ambiente, infatti l’Unione Europea estende il concetto di benessere anche alla qualità dell’aria, all’ambiente e alla salute.

Non è solo l’inquinamento che preoccupa le istituzioni europee, ma l’evidente cambiamento climatico che ormai affligge il continente e che espone a temperature rigide, unite ad alluvioni sempre più frequenti al nord e problemi di siccità al sud dell’Unione, senza contare i danni economici che tali cambiamenti arrecano non solo alla popolazione ma anche alla produzione.

Diritto alla salute, protezione dei consumatori/cittadini e qualità della vita rappresentano i punti salienti di questa campagna elettorale  per far fronte ai problemi pratici dei cittadini europei!

Non è stato poi trascurato il tema del diritto alla privacy e dei diritti dei consumatori, infatti  l’Unione Europea ha manifestato un impegno continuo al fine di rafforzare la tutela dei consumatori non solo legiferando in materia, ma anche attraverso il supporto alle associazioni dei consumatori, le campagne di informazione e sensibilizzazione. L’Unione Europea è impegnata ad integrare gli interessi dei consumatori in tutte le sue politiche, soprattutto in relazione al mercato unico, alla politica energetica e di concorrenza, alla liberalizzazione dei servizi pubblici.

Merita certamente di essere approfondito i concetto di partecipazione infatti, le istituzioni e le organizzazioni europee responsabili delle politiche giovanili hanno in numerose occasioni sottolineato l’importanza proprio della partecipazione dei giovani alla promozione della cittadinanza attiva, la loro inclusione sociale e il loro contributo allo sviluppo della democrazia. La partecipazione alla vita democratica di qualunque comunità consiste nell’avere il diritto, i mezzi, lo spazio, l’opportunità e il sostegno per partecipare al processo decisionale della società e la possibilità di impegnarsi in attività che contribuiscano a creare una società migliore.

Nel 1992, il Congresso europeo delle autorità locali e regionali presso il Consiglio d’Europa adottava la prima “Carta Europea della Partecipazione dei Giovani alla Vita Locale e Regionale”. Rivista nel 2003 al fine di affrontare nuove tematiche legate all’esperienza concreta dei giovani, la Carta sottolineava che la partecipazione dei giovani alla vita locale e regionale deve costituire parte di una politica globale di partecipazione dei cittadini alla vita pubblica e che la partecipazione dei giovani appartenenti a settori svantaggiati della società deve essere ulteriormente promossa.

La Commissione Europea, inoltre, nel suo Libro Bianco sui giovani indicava la partecipazione come area prioritaria per il settore giovanile nello specifico. Nel follow-up al Libro Bianco la Commissione proponeva come obiettivo generale per la partecipazione che venissero create e sostenute misure per incoraggiare i giovani a divenire cittadini attivi e che la loro effettiva partecipazione alla vita democratica venisse rafforzata.

Al fine di sostenere gli sforzi a livello locale, regionale, nazionale e transnazionale per promuovere la partecipazione e il networking di progetti legati alla partecipazione, la Commissione sostiene in aggiunta una vasta gamma di progetti pilota in tutta Europa e promuove la partecipazione attraverso il sostegno ad attività continue del programma di lavoro di organismi attivi a livello europeo nel settore giovanile, comprese le attività del Forum Europeo dei Giovani.

Non va poi trascurata la lotta dell’Unione Europea contro le discriminazioni basate sul sesso, la razza e l’origine etnica, la religione o le convinzioni, la disabilità, l’età o l’orientamento sessuale. I trattati proibiscono anche ogni discriminazione basata sulla nazionalità. Il diritto alla non discriminazione è ulteriormente sostenuto dalla Carta dei diritti fondamentali che ha lo stesso valore giuridico dei trattati.

A tal proposito, va menzionato l’Istituto Europeo per l’Uguaglianza di Genere (EIGE) che è stato istituito il 20 dicembre 2006 con il compito di aiutare le istituzioni europee e gli Stati membri a promuovere l’uguaglianza tra uomini e donne in tutte le politiche comunitarie e nelle relative politiche nazionali e a lottare contro la discriminazione fondata sul sesso. L’Istituto persegue anche una maggior sensibilizzazione dei cittadini europei in merito all’uguaglianza di genere.

Ne deriva che l’Unione Europea, con le sue politiche, ha indubbiamente migliorato la vita dei propri cittadini considerando  che l’adesione all’Unione Europea comporta, in capo agli Stati Membri, la titolarità dei diritti, degli obblighi giuridici e degli obiettivi politici che accomunano e vincolano gli Stati stessi: diritti, obblighi ed obiettivi che sono conosciuti come acquis comunitario. Durante il processo di allargamento dell’Unione europea, l’acquis è stato suddiviso in 31 capitoli:

 

1.Libera circolazione delle merci 

2. Libera circolazione delle persone

3.Libera circolazione dei servizi

4.Libera circolazione delle persone

5.Legislazione societaria

6.Politica della concorrenza

7.Agricoltura

8.Pesca

9.Politica dei trasporti

10.Tassazione

11.Unione economica e finanziaria

12.Statistiche

13.Politica sociale e impiego

14.Energia

15.Politica industriale

16.Piccole e medie imprese

17.Scienza e ricerca

18.Formazione

19.Telecomunicazioni e IT

20.Politica audio-visiva

21.Politica regionale e fondi strutturali

22.Ambiente

23.Consumatori e protezione della salute

24.Cooperazione nel campo della giustizia ed affari interni

25.Unione doganale

26.Relazioni esterne

27.Extracomunitari e politica di sicurezza

28.Controlli di finanza

29.Previsioni finanziarie

30.Istituzioni

31.Altro 

Le suddette negoziazioni solitamente comprendono periodi transitori di contrattazione affinché i nuovi Stati entranti diano completa applicazione alla normativa europea e acquisiscano pieni diritti in forza dell’acquis.

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