Che cos’è il narcisismo (1)

di Dario Romeo
Caravaggio (attrib.), Narciso, 1597-99
Caravaggio (attrib.), Narciso, 1597-99

Ogni soggetto, ogni argomento, ogni evento possono essere osservati da vari punti di vista. Se, ad esempio, chiedessimo ad un medico di rispondere alla domanda che “cos’è l’uomo?” secondo la sua disciplina, forse ci risponderà “E’ un organismo vivente con determinate caratteristiche, soggetto a determinate patologie”. Se lo chiedessimo ad un sociologo che ci risponderà secondo la sociologia, ci darebbe una risposta del tutto diversa, così come se lo chiedessimo ad un teologo o, ancora, ad uno psicologo. Insomma: il soggetto di indagine è il medesimo, ma la prospettiva dalla quale lo si esamina può variare. Dunque, anche nel nostro caso, è necessario chiarire la prospettiva di indagine. Se il soggetto è il narcisismo, il punto di vista dal quale verrà esaminato è un punto di vista filosofico.

  1. Il punto di vista filosofico.

Cosa significa osservare filosoficamente qualcosa? Credo che, chi ha la volontà di raggiungere il punto di vista filosofico, usufruisce del punto di vista più bello… Già! Perché? Perché il punto di vista filosofico è il punto di vista pan-oramico.  E’ il punto di vista che guarda (orào) il tutto (pan). Non si ferma allo sguardo dei particolari in se stessi. Non guarda il mare e null’altro, o la barca che sta attraversando il mare e null’altro, o il sole che sta tramontando e null’altro, o i monti e null’altro, ma coglie il sole, il mare, i monti, la barca in uno sguardo che mette in relazione tutte queste parti. Cosa ne risulta? L’armonia del tutto! Un panorama mozzafiato che si chiama essenza. Esattamente è il che cos’è della cosa che lo sguardo filosofico afferra.

Il che cos’è di una cosa non è da immaginare come una sorta di nucleo racchiuso nella cosa, ma come qualcosa di aperto. Il che cos’è della cosa si scopre nella relazione che quella cosa ha con l’altro da sé. Nell’esempio di prima, il che cos’è della barca lo si coglie in relazione al mare. Ciò che ci dice il che cos’è è la definizione. De-finire una cosa, significa applicare un finis, un confine. Il confine separa ma unisce. Separa, ad esempio, l’Italia dall’Austria, ma rende indispensabile all’Italia, per essere definita, confinare con un’altra nazione. Ecco il punto di vista filosofico: quello che scoprendo la relazione tra le parti ne coglie il tutto che costituiscono.

Vi sono degli strumenti propri che permettono alla filosofia di avverare il suo sguardo di essenza. Essi sono il genere e la differenza specifica. Dico: che cos’è l’uomo? L’uomo è animale (genere) razionale (differenza specifica). In tal modo ho applicato due confini. Uno un po’ più largo, il genere, nel quale l’uomo rientra assieme al cavallo, all’ippopotamo, al cane etc., uno più stretto che, a rigore, è il vero e proprio confine, quello che distingue l’uomo da ogni altro animale, che indica la differenza, appunto, che c’è tra l’uomo e gli altri animali.

Il narcisismo dal punto di vista filosofico. Sicché, venendo al nostro tema, dovremmo trovare il genere e la differenza del narcisismo, così da poterlo definire. Dico che il narcisismo è una specie di individualismo. L’individualismo è dunque il genere nel quale il narcisismo si colloca. Dunque, prima di conoscere la differenza specifica e tutte le caratteristiche proprie di questo peculiare tipo individualismo dovremo prima porci la domanda “che cos’è l’individualismo?” così come, se non lo sapessimo, dovremmo porci la domanda “che cos’è l’animale?” per capire che cos’è il cavallo. Ciò ci porterà dentro ad una avvincente indagine metafisica che spero il lettore voglia intraprendere con me. Gli prometto che dall’alto della cima, si godrà di un panorama meraviglioso e lo invito a non scoraggiarsi laddove la salita possa sembrare faticosa. Io provvederò, per quanto mi è possibile, a condurlo per i sentieri meno ripidi e anche, di fornirgli un po’ di ristoro lungo il percorso.

  1. Che cos’è l’individualismo?

L’individualismo è una nozione costituita tramite la riduzione della totalità ad una parte. Nella fattispecie è la riduzione della totalità dell’essere umano, al suo mero aspetto individuale. Per capire ciò dobbiamo riferirci alla lezione di Maritain e della filosofia tomista in generale. Per chiarezza si terrà in considerazione il testo La persona e il bene comune di Maritain, testo nel quale sono compendiate queste nozioni.

Nell’essere umano vi sono due principi: uno materiale che chiamiamo individualità ed uno spirituale che chiamiamo personalità. Insieme sono l’uomo nella sua totalità e per questo sono detti “com-principi”. L’individualità è principio di distinzione. Nelle cose di quaggiù, non vi sono le pure forme, bensì, composti di forma e materia. Principio di individuazione è la materia: è essa che occupa uno spazio ben preciso, che stabilisce un confine tra l’uno e l’altro ente. E’ dunque principio di differenziazione, di chiusura, di distinzione e separazione: «Si potrebbe dire che essendo in me tutto ciò che esclude da me tutto quel che sono gli altri uomini, è la strettezza dell’ego, sempre avida e sempre minacciata di prendere per sé»[1]. Capiamo così, che all’individualità afferiscono tutte quelle dimensioni dell’essere umano che dicono la sua materialità e possono genericamente essere chiamate bisogni.

Vi è poi il principio personale. Esso afferisce alla forma, principio che dà specificazione alla materia e la fa esistere propriamente. Essa è ciò per cui l’uomo è in grado di trascendere i suoi bisogni immediati in vista di un valore: «Le persone non esisterebbero appieno senza i valori, come i valori non esistono per noi se non in virtù del fiat veritas tua che dicono loro le persone.»[2].

E’ ciò attraverso cui l’uomo, possedendo se stesso, ovvero, non essendo schiavo dei suoi bisogni, può decidere di donarsi. Lo stesso Maritain afferma che «Per andare alla scoperta filosofica della personalità, la via privilegiata, a quanto sembra, è di considerare la relazione tra la personalità e l’amore»[3]. Infatti: «Per il solo fatto che io sono una persona e dico me stesso a me, io domando di comunicare con l’altro e con gli altri, nell’ordine della conoscenza e dell’amore. […] Ciò che si trova nel più profondo della dignità della persona umana, è che essa non ha solamente con Dio una somiglianza comune che hanno tutte le creature, essa gli rassomiglia in proprio, essa è ad immagine di Dio perché Dio è spirito ed essa procede da Lui avendo per principio di vita un’anima spirituale, uno spirito capace di conoscere, amare ed essere elevato dalla grazia a partecipare della stessa vita di Dio per conoscerlo ed amarlo alla fine come Egli stesso si conosce e si ama»[4].

Si può ora agevolmente capire cosa si intende metafisicamente per “individualismo”. L’individualità è un principio presente nell’uomo e non è da rinnegarsi come qualcosa di trascurabile o, addirittura, impuro. Tuttavia ridurre la totalità dell’uomo a questo mero principio è un errore che ha nome individualismo.

Ecco il primo dei momenti di ristoro promessi. Presento la canzone Vorrei di Francesco Guccini come sintesi dilettevole del concetto di persona come principio di apertura verso l’altro (video), di comunicazione di amore e conoscenza e di quello di individualità come chiusura dell’io in se stesso. In questa canzone il cantautore mostra come, senza l’apertura provocata dalla comunione con la persona amata, la comunicazione con lei di esperienze, di pensieri, di conoscenza e di affetti, in un certo modo, smette di essere: “perché non sono quando non ci sei”[5] e si richiude in quella che viene chiamata da Maritain (come sopra abbiamo riportato) ristrettezza dell’ego: “e resto solo coi pensieri miei ed io”.

GF SAGGI Romeo Che cos’è il narcisismo (1)

[1] Maritain, La persona e il bene comune, Morcelliana, Brescia 1963, pp. 22-23.

[2] E. Mounier, Il personalismo, Garzanti, Milano, 1952, cit., p.  43.

[3] Ibid. pag. 23.

[4] Ibid. pag. 26

[5] E’ da segnalare che, metafisicamente parlando, la pura materia è propriamente nulla! Solo la materia signata quantitate è ente, e l’individualità è principio materiale. Stupisce come, l’artista quando esprime un’opera di qualità, sappia cogliere profondissime verità filosofiche pur senza essere consapevole di esse.