Il diciassette di settembre

di Federico Giandolfi

L’11 dicembre 2019 si parlerà da Ethos e Nomos, il salotto di Via Bernini di Giordano Bruno a partire dal libro appena pubblicato dal direttore Gily. Quindi, è ben ricordare, come fa Giandolfi, che…

Mi sorprendo ancora una volta al leggere nel calendario che oggi 17 Settembre la Chiesa Cattolica celebra San Roberto Bellarmino, Gesuita, Cardinale Inquisitore nel processo a Giordano Bruno e poi a Galileo Galilei. Bellarmino fu beatificato nel 1923 dopo una causa lunga e controversa, trecento anni dopo le vicende che lo videro protagonista nel Palazzo del Sant’uffizio a Roma. Proprio così, fu allora santificato il Cardinale Inquisitore!

Giordano Bruno fu bruciato vivo nel Febbraio del 1600 a Campo dei Fiori a Roma, perché nella sua filosofia originale intravedeva dappertutto monadi infinitamente piccole, animate ed autocoscienti. L´ipotesi delle monadi è necessaria perché l´io possa essere anche egli una monade indistruttibile, altrimenti non sarebbe reale né libero. E Bruno affermava con enorme gaudio la infinità del mondo e dei mondi, dove Dio sta in ogni foglia di erba, in ogni grano di arena, perché la stessa forza che si manifesta nello spazio infinito vive anche nella più piccola particella. Così si magnifica l’eccellenza di Dio e si rende manifesta l’immensità del Suo Regno. Non si glorifica in uno, ma in innumerevoli Soli, non in una sola Terra, ma in una infinità di mondi. L’oggetto della vita secondo Bruno consiste nel comprendere il destino con le sue sofferenze, perché comprendere il destino è arrivare alla coscienza della nostra unione con Dio.

Senza elevare statue o idoli, ma appena esercitare la nostra memoria e trarne motivo di riflessione.

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